Uno studio ha confermato che l’inquinamento atmosferico ha conseguenze anche sul diabete: ecco cosa c’è da sapere
Un recente studio condotto dall’Università di Zurigo in collaborazione con la Case Western Reserve University di Cleveland ha confermato che l’inquinamento atmosferico gioca un ruolo cruciale nel peggioramento della salute metabolica, aumentando il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e altre patologie correlate. Il lavoro si concentra in particolare sull’effetto del particolato fine PM2.5 sul metabolismo e sul tessuto adiposo bruno, fondamentale nel bilancio energetico e nella regolazione della glicemia.
L’impatto dell’inquinamento sul rischio di diabete
Il particolato fine PM2.5, composto da particelle con diametro inferiore a 2,5 micrometri, è in grado di penetrare profondamente nei polmoni e nel sistema circolatorio, provocando danni sistemici. Nel corso dello studio, topi da laboratorio sono stati esposti per 24 settimane a un ambiente controllato con concentrazioni significative di PM2.5, simulando realisticamente l’esposizione urbana cronica. I risultati hanno evidenziato come questa esposizione alteri la funzione del grasso bruno, compromettendo la sensibilità all’insulina, aumentando l’accumulo lipidico e causando fibrosi e danni tissutali.
A livello molecolare, gli studiosi hanno identificato modificazioni epigenetiche, come cambiamenti nella metilazione del DNA e nel rimodellamento della cromatina, che regolano l’attività genica senza alterare la sequenza del DNA stesso. Due enzimi epigenetici, HDAC9 e KDM2B, sono risultati particolarmente implicati in questi processi, modificando la struttura degli istoni e influenzando l’espressione genica nel tessuto adiposo bruno.
Conseguenze per la salute pubblica e strategie preventive
Il legame tra inquinamento ambientale e malattie metaboliche si aggiunge a quello ormai consolidato con le patologie cardiovascolari. L’European Heart Journal ha recentemente approfondito il concetto di “esposoma”, includendo tra i nuovi fattori di rischio non solo l’inquinamento atmosferico, ma anche fattori socio-economici, psicologici e infezioni respiratorie come Covid-19 e influenza. Studi epidemiologici indicano che fino al 22% dei casi di diabete di tipo 2 potrebbe essere attribuibile all’esposizione a inquinanti ambientali.
Gli esperti sottolineano l’importanza di politiche ambientali volte a ridurre l’inquinamento, come la transizione verso le energie rinnovabili, la limitazione del traffico veicolare in aree urbane e l’adozione di veicoli a basse emissioni. A livello individuale, è consigliato svolgere attività fisica in aree verdi lontane dalle fonti di inquinamento e utilizzare dispositivi di protezione durante i picchi inquinanti.
La collaborazione tra l’Università di Zurigo, nota per la sua eccellenza in biologia molecolare e neuroscienze, e la Case Western Reserve University, rinomata per la ricerca biomedica e medica, conferma l’importanza di un approccio multidisciplinare per comprendere e combattere le malattie legate all’ambiente e migliorare la salute globale.