Le patate come non le hai mai assaporate: così ottieni chips irresistibili e croccanti a casa

Le patate come non le hai mai assaporate: così ottieni chips irresistibili e croccanti a casa

Luca Antonelli

Novembre 8, 2025

Su molte tavole, dalla cucina contadina a quella degli chef, la patata è un ingrediente universale. Quel che cambia è la forma: bollita, in purè, al forno, ma quando diventa chips assume un ruolo preciso nella convivialità quotidiana. Chiunque abbia provato a farle in casa sa che il problema non è la lista degli ingredienti — spesso ridotta a patata, olio e sale — ma il metodo. È qui che si decidono la croccantezza e il sapore, e dove molti si fermano frustrati dopo un primo tentativo troppo molle o troppo unto.

Perché le chips fatte in casa non vengono croccanti

Il fallimento più comune sta nella gestione dell’amido. Quando le fette di patata restano cariche di amido, durante la frittura rilasciano umidità e diventano molli anziché scattanti. Per questo chi cucina spesso ricorre alla mandolina: consente di ottenere una sottigliezza del taglio costante, un elemento che condiziona direttamente i tempi di cottura. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la finezza delle fette: troppo spesse cuociono internamente senza diventare croccanti, troppo sottili si bruciano ai bordi.

Le patate come non le hai mai assaporate: così ottieni chips irresistibili e croccanti a casa
La frittura va fatta a temperatura costante: intorno ai 170–180 °C per le fette sottili. – pollnet.it

Altro errore diffuso è sovraffollare la padella o la friggitrice. Mettere troppe fette insieme abbassa rapidamente la temperatura dell’olio caldo, e la frittura diventa più un ammollo che una doratura. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno, quando i tempi di riscaldamento si allungano e la variazione di temperatura è più marcata. La qualità della patata conta: varietà con più amido tendono a dare una croccantezza migliore dopo il trattamento corretto.

Infine, la gestione del sale e degli aromi incide sulla percezione del grasso. Se il sale viene aggiunto troppo presto assorbe umidità e ammorbidisce le chips, mentre un condimento finale mantiene il contrasto croccante/ saporito. Chi vive in città nota spesso la differenza rispetto alle chips confezionate: freschezza e asciuttezza sono possibili, ma richiedono passaggi tecnici precisi.

Il procedimento pratico che fa la differenza

Per ottenere chips croccanti, il procedimento è lineare ma non improvvisabile. Dopo aver affettato con la mandolina, lasciare le fette in acqua fredda per almeno 20–30 minuti aiuta a eliminare l’amido in eccesso; si tratta di un passaggio semplice che però molti omettono. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’importanza di asciugare bene le fette prima della frittura: l’acqua residua provoca schizzi e annebbia la doratura.

La frittura va fatta a temperatura costante: intorno ai 170–180 °C per le fette sottili. Friggere poche alla volta mantiene stabile la temperatura dell’olio e consente una doratura uniforme. Usare una schiumarola per girare e rimuovere le chips appena assumono un colore dorato evita che si scuriscano troppo. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che anche il tipo di olio influisce sulla resa: oli con alto punto di fumo sono preferibili per limitare odori e alterazioni.

Dopo la frittura, scolare su carta assorbente e salare immediatamente per far aderire il condimento. A questo punto, aggiungere erbe o spezie: la paprika affumicata o il timo fresco valorizzano la base neutra della patata. Servire con salse fresche, per esempio tzatziki o guacamole, trasforma lo snack in un piatto da condividere. Nel corso dell’anno molti italiani riscoprono queste tecniche in occasioni di piccoli ricevimenti: il risultato, quando si seguono i passaggi, è una chips croccante e asciutta che difficilmente si compra già pronta.

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