Cinque Oasi WWF imperdibili: esplora i paradisi naturali italiani e i loro segreti nascosti

Cinque Oasi WWF imperdibili: esplora i paradisi naturali italiani e i loro segreti nascosti

Luca Antonelli

Novembre 8, 2025

Un airone che si posa, il rumore sottile dell’acqua e il sentiero che si perde tra i pioppi: basta un’immagine per capire il ruolo concreto delle Oasi WWF in Italia. In un Paese dove la biodiversità è spesso frammentata da infrastrutture e urbanizzazione, queste aree protette funzionano da nodi vitali per specie, habitat e ricerche sul campo. Chi arriva in un’oasi non trova solo paesaggi, ma realtà operative: progetti di monitoraggio, volontariato e centri di recupero che quotidianamente lavorano per restituire alla natura specie in difficoltà. WWF e organismi locali gestiscono percorsi, postazioni di osservazione e attività didattiche rivolte a famiglie e scuole. Un dettaglio che molti sottovalutano è la continuità ecologica che queste aree garantiscono tra zone agricole, coste e aree urbane: non sono isole ma pezzi di rete che mantengono servizi ecosistemici fondamentali.

Bosco di Vanzago e Laguna di Orbetello

A poche decine di chilometri da Milano il Bosco di Vanzago si estende per oltre 300 ettari e mostra come la natura possa sopravvivere accanto all’area metropolitana. I sentieri attraversano boschi e radure, specchi d’acqua e zone umide dove è frequente incontrare aironi e folaghe. La presenza di un Centro Recupero Animali Selvatici rende la visita anche un’opportunità per osservare le procedure di cura e rilascio degli esemplari: chi visita lo sa e spesso chiede informazioni sui progetti di reinserimento.

Cinque Oasi WWF imperdibili: esplora i paradisi naturali italiani e i loro segreti nascosti
I fenicotteri rosa sono l’esempio più visibile di come un habitat ben gestito diventi punto di riferimento per specie sensibili. – pollnet.it

Spostandosi in Toscana, la Laguna di Orbetello è un paesaggio salmastro che attira migliaia di uccelli migratori. Le postazioni di birdwatching sono distribuite per minimizzare l’impatto e permettere osservazioni nel pieno rispetto dell’area. I fenicotteri rosa sono l’esempio più visibile di come un habitat ben gestito diventi punto di riferimento per specie sensibili. Qui le attività di monitoraggio degli uccelli e la gestione delle acque sono integrate con piani locali di tutela: un aspetto che sfugge a chi vive in città, ma che si percepisce camminando lungo le rive della laguna.

Entrambe le oasi dimostrano come manutenzione dei sentieri, educazione ambientale e collaborazione con cittadini e istituzioni producano benefici misurabili per fauna e paesaggio.

Le Cesine e Scivu: sud e Sardegna

La Riserva Naturale Le Cesine, nel cuore del Salento, è tra gli ultimi esempi rimasti di paludi costiere lungo il Tirreno adriatico meridionale. L’area copre circa 348 ettari ed è caratterizzata da una mosaico di habitat: pinete, stagni temporanei e zone umide che ospitano oltre 180 specie di uccelli durante i periodi di sosta o nidificazione. I percorsi naturalistici seguono il profilo degli stagni e permettono di osservare la fauna senza interrompere i cicli vitali: si tratta di pratiche che oggi sono standard nelle aree protette ma che un tempo erano rare.

Spostandosi verso ovest, l’Oasi di Scivu in Sardegna offre un diverso tipo di esperienza: dune mobili, ginepri secolari e una fascia costiera dove si riproduce la Caretta Caretta. I progetti di tutela delle spiagge prevedono presidio notturno, monitoraggio delle nidificazioni e segnaletica per ridurre le interferenze umane. Il profumo del mirto e del rosmarino accompagna i percorsi, e il confronto tra i sistemi dunali e le zone umide del Sud rivela come la conservazione debba essere adattata alle condizioni locali.

Entrambe le oasi testimoniano che la conservazione non è solo protezione statica ma gestione attiva: la partecipazione dei visitatori, la formazione dei volontari e il supporto scientifico trasformano ogni escursione in un contributo concreto alla tutela. Per questo, visitare significa anche sostenere pratiche che garantiscono questi luoghi alle generazioni future.

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