Un volo che atterra su una pista tropicale, il profumo di mare e una lingua che cambia subito: le isole che compongono Palawan si presentano così a chi mette piede per la prima volta. Non è un racconto da cartolina, ma la descrizione operativa di un arcipelago che mescola natura, storia e infrastrutture turistiche in continuo adattamento. Chi cerca spiagge ampie e mari limpidi trova qui un ambiente che ha attirato esploratori e ricercatori fin dal primo contatto europeo: fu Ferdinando Magellano a segnalarne l’esistenza nel 1521.
Dove si trovano e come arrivare
La provincia di Palawan si estende tra la costa occidentale delle Filippine e il Mar Cinese Meridionale, a metà strada tra l’isola di Mindoro e il Borneo. Il territorio amministrativo comprende circa 1.800 isole e isolotti, ma la maggior parte della popolazione e dei servizi è concentrata sull’isola principale. Per i viaggiatori europei non esistono collegamenti diretti: i voli arrivano generalmente con uno scalo internazionale a Manila, poi si prosegue con un volo domestico verso la capitale provinciale.

Le rotte internazionali più usate prevedono scali tramite compagnie come Qatar Airways, Emirates o Etihad Airways, che offrono connessioni comode verso il Sud-est asiatico; da Manila si atterra a Puerto Princesa o a El Nido a seconda dell’itinerario. Il tempo totale di viaggio può variare notevolmente in base alle coincidenze: è un aspetto logistico che molti sottovalutano quando pianificano un soggiorno breve.
Per l’ingresso è richiesto un passaporto valido per almeno sei mesi e un biglietto di ritorno; i visitatori provenienti da aree a rischio potrebbero dover dimostrare vaccinazioni specifiche, dettaglio che conviene verificare prima della partenza. Lo spazio portuale e gli aeroporti principali sono attrezzati, ma spostarsi tra le isole richiede coordinamento sui trasferimenti via mare o voli interni.
Quando andare e cosa mettere in valigia
Il clima è clima tropicale con stagioni ben definite: una stagione secca e una stagione delle piogge. La prima, con i mesi più adatti alle attività outdoor, riduce il rischio di temporali e facilita escursioni in barca e immersioni. Il periodo migliore per pianificare il viaggio è generalmente tra febbraio e aprile, quando le precipitazioni sono minime e le condizioni del mare sono più stabili per le escursioni tra isole e le attività subacquee.
Quanto al bagaglio, oltre all’abbigliamento leggero, conviene portare un impermeabile leggero e attrezzatura per lo snorkeling se si possiede la propria: le acque intorno alle isole sono ricche di fauna. Un dettaglio che molti sottovalutano è la variabilità delle infrastrutture locali: nelle zone meno frequentate la disponibilità di negozi o servizi può essere limitata, quindi è consigliabile attrezzarsi in anticipo.
Tra maggio e ottobre la regione può essere interessata da tifoni e forti acquazzoni che rendono alcuni tragitti marittimi temporaneamente impraticabili e possono causare cancellazioni di voli. Per questo motivo è utile lasciare margine nei piani di viaggio e monitorare le previsioni meteorologiche. Infine, chi si muove per immersioni dovrebbe considerare cieli sereni ma anche correnti variabili; in molte aree locali si organizzano uscite giornaliere con guide esperte.
Isole principali e attrazioni da non perdere
L’arcipelago offre isole con caratteristiche molto diverse, ognuna con un tipo di esperienza specifica. Tra le destinazioni più note c’è El Nido, famoso per le sue lagune e le alte pareti calcaree che creano un paesaggio molto riconoscibile: è il punto di partenza per escursioni in barca verso insenature e spiagge isolate. Coron, nell’area delle Calamian Islands, è invece noto per i relitti sommersi della Seconda Guerra Mondiale e per acque limpide che attraggono sub e fotografi subacquei.
Tra le attrazioni con rilevanza internazionale spiccano il fiume sotterraneo di Puerto Princesa, conosciuto come Underground River, e il Parco naturale delle barriere coralline di Tubbataha, entrambi riconosciuti come Patrimonio dell’umanità . L’accesso all’Underground River è regolato e limitato per proteggere il sito: conviene prenotare con anticipo per evitare di restare fuori. Un aspetto che sfugge a molti visitatori è l’importanza delle aree di nidificazione delle tartarughe: alcune isole riservano spiagge e orari per osservare senza disturbare.
Altre tappe utili includono le sorgenti calde di Maquinit, Nacpan con la sua lunga spiaggia, e le grotte di Tabon per chi si interessa di archeologia. Per chi si sposta in barca è fondamentale coordinare i trasferimenti con compagnie locali affidabili: le condizioni del mare possono cambiare, e la logistica tra isole richiede tempi concreti. Alla fine del viaggio resta l’impressione di un arcipelago che mette insieme paesaggi, biodiversità e una rete di siti protetti il cui valore è riconosciuto a livello internazionale.
