Vino italiano sempre più sostenibile: +40% di cantine certificate Equalitas nel 2025

Lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige: colori d’autunno e sapori unici da vivere ora

Lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige: colori d’autunno e sapori unici da vivere ora - pollnet.it

Redazione

Novembre 5, 2025

Il Rapporto 2025 segnala un boom delle certificazioni: meno acqua, più energia rinnovabile e packaging green. Cresce anche l’export del vino “etico”

Secondo il Rapporto Equalitas 2025, sostenuto da Federdoc e Unione Italiana Vini, le cantine certificate sono passate da 160 a 230 in un solo anno, con una crescita del 40%.
Un segnale forte di un settore che punta su ambiente, energia pulita e innovazione responsabile per restare competitivo sui mercati internazionali.

Meno acqua e più energia verde

Le aziende certificate Equalitas hanno ridotto mediamente del 20% il consumo idrico per litro di vino prodotto, grazie a tecnologie di irrigazione mirata e riuso delle acque di cantina.
Parallelamente, oltre il 35% del fabbisogno energetico proviene oggi da fonti rinnovabili, in gran parte impianti fotovoltaici installati sui tetti delle strutture produttive.

La transizione sostenibile non riguarda solo la vigna, ma anche l’intera filiera del vino: dalle bottiglie più leggere — che riducono le emissioni di CO₂ legate al trasporto — ai tappi riciclabili e alle etichette biodegradabili, sempre più diffuse tra le aziende che scelgono la certificazione.
Ogni intervento, spiega Equalitas, contribuisce a tagliare l’impronta di carbonio del comparto, che nel 2025 risulta inferiore del 15% rispetto al 2020.

Dalla vigna al territorio

La sostenibilità, però, non è solo ambientale.
Equalitas e Slow Food sottolineano che il vino “green” è anche una questione sociale e paesaggistica: tutelare la biodiversità, garantire il benessere dei lavoratori e preservare i suoli agricoli sono i tre pilastri del nuovo modello vitivinicolo.

Nel rapporto, alcune realtà sono citate come buone pratiche italiane: la Cantina Tramin in Alto Adige, con il suo sistema di economia circolare basato sul riuso delle acque di cantina, e la Banfi in Toscana, che integra fotovoltaico e gestione forestale sostenibile nei propri vigneti.
Sono esempi di come l’innovazione possa convivere con la tradizione, trasformando la sostenibilità in un valore economico e identitario.

Un vantaggio anche per l’export

Il vino sostenibile italiano conquista anche i mercati esteri.
Secondo elaborazioni de Il Sole 24 Ore, nel 2025 l’export dei vini certificati Equalitas è cresciuto del 12% rispetto al 2024, con forte domanda da Scandinavia e Canada, dove i consumatori premiano sempre più la trasparenza di filiera e l’impatto ambientale ridotto.

Equalitas stima che entro il 2027 una bottiglia su quattro in Italia porterà un’etichetta di sostenibilità verificata, con vantaggi competitivi anche per le piccole e medie cantine.
Come ricorda il direttore generale di Equalitas, “la sostenibilità non è più un’opzione di marketing, ma la condizione per esistere sul mercato globale del vino”.

Il futuro del vino green

Dalla vigna alla bottiglia, il percorso è ormai tracciato: ridurre gli sprechi, valorizzare il territorio e costruire filiere trasparenti.
Il 2025 segna un punto di svolta: il vino italiano sostenibile non è più una nicchia, ma una nuova normalità.

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