Non pensavo che le patate dolci potessero arricchire così tante ricette: ecco cosa apportano

Non pensavo che le patate dolci potessero arricchire così tante ricette: ecco cosa apportano

Luca Antonelli

Novembre 4, 2025

Appena spelata, la polpa può avere un colore acceso e un odore che ricorda la terra: è la prima sensazione che si prova quando si lavora con la patata dolce. In mercati e banchi della frutta e verdura in molte città italiane la vediamo sempre più spesso, proposta come alternativa alle varietà comuni. Dietro l’apparenza semplice c’è una radice che cambia sapore, consistenza e impieghi a seconda della forma e della cottura: un fatto che interessa chi cucina e chi cerca ingredienti nutrienti.

Cosa sono e come si riconoscono

La patata dolce, nota anche come batata, è una radice tuberosa diversa dalla patata vera e propria: appartiene alla specie Ipomoea batatas, della famiglia delle Convolvulaceae, mentre la patata comune è una Solanacea. Questo spiega perché la consistenza è spesso più morbida e il sapore tende al dolce, non neutro. Visivamente si riconosce per la buccia che può variare dal beige al viola scuro e per la polpa che assume tonalità bianche, gialle, arancioni o porpora.

Non pensavo che le patate dolci potessero arricchire così tante ricette: ecco cosa apportano
Le patate dolci apportano energia con circa 85–90 kcal per 100 g e contengono soprattutto carboidrati complessi. – pollnet.it

In termini pratici, chi compra nota subito la differenza: una buccia sottile e una polpa più umida rispetto alla patata comune. Un dettaglio che molti sottovalutano è la variabilità tra le varietà locali e quelle importate: in Italia i produttori mettono in commercio tipi diversi, alcuni più adatti alla cottura al forno, altri migliori per la purea. Conservazione e manipolazione contano: vanno tenute in un luogo fresco e asciutto, lontano dall’umidità che favorisce il deterioramento.

Dal punto di vista visivo e pratico, la scelta della varietà incide anche sulla resa in cucina: una polpa arancione ricca di beta-carotene tende a sfaldarsi più facilmente a cottura lunga, mentre una varietà a polpa bianca resta più soda. Questo è utile per decidere se usarle intere, a cubetti o schiacciate.

Valori nutrizionali, benefici e usi in cucina

Le patate dolci apportano energia con circa 85–90 kcal per 100 g e contengono soprattutto carboidrati complessi. Sono una fonte apprezzabile di fibre, utili per la sazietà e per la regolarità intestinale, e offrono micronutrienti come potassio, magnesio, fosforo e calcio. Un elemento importante è la presenza di precursori della vitamina A (soprattutto nelle polpe arancioni) e di una quota di vitamina C e vitamine del gruppo B: elementi che contribuiscono al funzionamento metabolico e al mantenimento delle difese.

Dal punto di vista della salute, l’apporto di antiossidanti le rende utili per contrastare lo stress ossidativo cellulare, secondo alcuni studi recenti. Un fenomeno che in molti notano è la differenza dell’indice glicemico in base alla cottura: bollite tendono a mantenere un IG più basso-medio, mentre arrostite o al forno salgono. Per questo chi segue diete con controllo glicemico sceglie spesso la bollitura o la cottura a vapore.

In cucina le patate dolci sono molto versatili. Si possono cuocere al forno, al vapore, bollire, friggere o grigliare e funzionano sia come contorno per piatti di carne e pesce sia come base per vellutate e zuppe. Tagliate a bastoncini diventano un’alternativa più dolce alle patatine fritte, mentre la purea entra in impasti per gnocchi, muffin e torte. Il loro sapore si sposa con spezie come cannella, paprika o peperoncino e con ingredienti come formaggi freschi e legumi: un aspetto che sfugge a chi vive in città ma che rende l’uso quotidiano semplice e creativo.

Per chi cucina in Italia, la tendenza è usare le patate dolci soprattutto nelle preparazioni al forno e come accompagnamento ai secondi: una scelta pratica, gustosa e con un profilo nutrizionale interessante.

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