La prima immagine che si impone è quella delle luci che riflettono sull’acqua ghiacciata di un lago di montagna: non una cartolina ma una scena che si rinnova in diverse località italiane durante l’Avvento. Dietro ogni bancarella non c’è solo commercio, ma una scelta di spazio e di storia: piazze alpine, una fortezza medievale, i coni dei trulli, e vie dove il tema della solidarietà si intreccia con l’offerta turistica. Qui non si tratta di mercatini “standard”: sono ambienti che raccontano un territorio, che mettono in vetrina artigianato locale e pratiche gastronomiche radicate. Lo raccontano gli organizzatori, lo notano i residenti e lo confermano i visitatori che cercano qualcosa di diverso dalle grandi fiere cittadine. Un dettaglio che molti sottovalutano è la cura per la scenografia: luci, materiali e spazi pubblici vengono usati per raccontare la comunità, non solo per vendere regali.
Montagne e mercatini: Molveno e Madonna di Campiglio
Molveno si presenta come un mercato che vive a ridosso di un elemento naturale: il Lago di Molveno. Nel periodo delle Feste le bancarelle trovano posto lungo le rive e nelle vie centrali, affiancando produttori di formaggi, lavorazioni del legno e piccoli laboratori artigianali. L’ambiente montano influisce sulle proposte: c’è una prevalenza di prodotti stagionali e di sapori di montagna, oltre a spazi pensati per le famiglie e per chi cerca attività all’aperto. Intanto, la presenza delle Dolomiti di Brenta fa da sfondo permanente: non è un mero elemento scenografico, ma un valore turistico che condiziona orari, viabilità e servizi durante l’Avvento.

Alla stessa latitudine dell’esperienza in quota, Madonna di Campiglio organizza mercatini in piazze e in parchi che fanno da estensione al comprensorio sciistico. Non si vende solo l’oggetto, ma si propone un tempo: passeggiare tra le casette dopo una giornata sulla neve, assaggiare prodotti tipici, scoprire piccole botteghe. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la collaborazione tra operatori turistici e produttori locali per offrire pacchetti che coniugano mercatino e sport invernali. Questo tipo di offerta sta modificando la domanda: chi arriva non vuole solo souvenir, cerca esperienze legate al paesaggio.
Storia e luogo: Castello di Limatola, Alberobello e Rovereto
Il Castello di Limatola, in provincia di Benevento, è l’esempio più evidente di come un monumento storico venga riletto come spazio di festa. L’antica fortezza si trasforma in un villaggio natalizio che sfrutta cortili, sale e torri per collocare esposizioni e animazioni. Qui l’allestimento non è accessorio: valorizza le architetture, porta in scena il presepe vivente e utilizza percorsi tematici che attraversano la storia locale. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la dimensione performativa degli eventi, che spesso coinvolgono volontari e realtà associative del territorio e ridefiniscono l’uso del bene culturale.
In Puglia, Alberobello propone il mercatino tra i trulli, un’operazione che mescola patrimonio UNESCO e pratiche di festa: le bancarelle si inseriscono tra le costruzioni coniche e le piazzette, offrendo oggetti di artigianato tipico, prodotti enogastronomici e piccoli laboratori per bambini. La contraddizione apparente — un mercato in una zona già fortemente turistica — diventa una leva per differenziare l’offerta, spostando l’attenzione dal ricordo fotografico all’acquisto consapevole.
Rovereto, in provincia di Trento, declina il mercatino in chiave civica: non solo capanne di legno e prodotti, ma iniziative che richiamano la memoria e la cultura della pace. Il suono della Campana della Pace è spesso evocato come elemento identitario della città e accompagna percorsi espositivi e momenti pubblici. Un dettaglio che molti sottovalutano è la forte interazione con realtà del terzo settore: le vendite spesso sostengono progetti sociali, rendendo il mercato un luogo di incontro utile per chi cerca donazioni concrete oltre al semplice acquisto. Questa commistione di scopo commerciale e funzione civile rimodella anche le aspettative dei visitatori.
Il risultato comune tra questi casi è una tendenza chiara: scegliere il mercatino significa scegliere anche un contesto — paesaggio, storia o impegno civico — e questo orienta i flussi turistici. Una conseguenza concreta è la riorganizzazione degli spazi pubblici durante l’Avvento, con impatti visibili sulla mobilità e sui servizi locali.
