Boom del fotovoltaico in Italia: +35% di installazioni nel 2025 e oltre 600 comunità energetiche attive

Energie rinnovabili

Canva

Redazione

Novembre 3, 2025

Secondo il GSE cresce la produzione domestica di energia solare. L’Italia spinge sulle CER e riduce le bollette fino al 30%

Secondo i dati diffusi dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), le installazioni residenziali sono aumentate del 35% rispetto al 2024, segnando un nuovo record per il settore.
L’energia solare copre ormai oltre il 15% dei consumi domestici nazionali, un traguardo che fino a pochi anni fa sembrava lontano.

Dietro a questi numeri c’è un’Italia che cambia: famiglie, condomìni e imprese locali scelgono l’autoproduzione e la condivisione di energia pulita, sostenuti da incentivi mirati e fondi del PNRR.

L’Italia che produce energia in casa

Il fotovoltaico non è più solo un investimento per pochi: sta diventando una componente strutturale dell’abitare moderno.
Il boom riguarda in particolare gli impianti di piccola taglia (fino a 10 kW), installati su tetti e terrazze di abitazioni private, spesso integrati con batterie di accumulo e colonnine per la ricarica elettrica.

Secondo il GSE, nel 2025 oltre 300 mila nuovi impianti sono stati connessi alla rete, e la tendenza continua a crescere.
L’energia prodotta localmente riduce la dipendenza dalla rete e permette di abbattere le bollette fino al 40% nei casi più virtuosi, soprattutto se combinata con i sistemi di autoconsumo e con la partecipazione a una comunità energetica rinnovabile (CER).

Comunità energetiche: il cuore della transizione

Sono già oltre 600 le comunità energetiche attive in Italia, un numero destinato a crescere rapidamente nel 2026.
Il meccanismo, regolato dal Decreto CER e finanziato anche dai fondi del PNRR, permette a cittadini, enti locali, scuole e piccole imprese di produrre, condividere e consumare energia rinnovabile in modo collettivo.

Le famiglie che partecipano a una CER registrano risparmi medi tra il 20 e il 30% sulla bolletta, oltre a beneficiare di premi economici per l’energia condivisa.
Ma i vantaggi non sono solo economici: le comunità energetiche rappresentano un modello sociale innovativo, fondato su collaborazione e sostenibilità.

“È una piccola rivoluzione culturale – spiegano dal GSE –: da consumatori diventiamo produttori e custodi dell’energia, con benefici ambientali e sociali diffusi.”

Benefici ambientali misurabili

Ogni impianto fotovoltaico da 5 kW consente di evitare circa 3 tonnellate di CO₂ l’anno, equivalenti a 150 alberi piantati.
Su scala nazionale, l’aumento delle installazioni nel 2025 ha permesso di risparmiare oltre un milione di tonnellate di emissioni, contribuendo agli obiettivi europei di neutralità climatica.

Le comunità energetiche inoltre favoriscono la lotta alla povertà energetica, consentendo anche ai nuclei familiari più fragili di accedere a energia pulita e a costi contenuti.
Molti comuni stanno utilizzando parte dei fondi PNRR per creare micro-reti locali e impianti condominiali dedicati a scuole, edilizia popolare e centri civici.

Il futuro della transizione solare

L’Italia punta a raggiungere i 50 GW di capacità fotovoltaica installata entro il 2030, rispetto ai circa 35 attuali.
Per riuscirci serviranno autorizzazioni più rapide, formazione tecnica e reti di distribuzione intelligenti.

Il 2025 segna però una svolta: il fotovoltaico non è più una nicchia tecnologica, ma una scelta quotidiana.
Ogni tetto che produce energia pulita diventa un pezzo del mosaico della transizione ecologica, e ogni comunità energetica un laboratorio di futuro.

×