Un bimbo che si sveglia di notte con la voce roca o che tira giù il lenzuolo perché non respira bene davanti a un colpo di tosse: è una scena che molte famiglie conoscono. La tosse nei bambini compare spesso e nella maggior parte dei casi non è un’emergenza, ma può diventare il primo campanello d’allarme quando si accompagna a altri segni. Se il disturbo è persistente, stizzoso o associato a febbre alta, diventa necessario rivolgersi al pediatra per una valutazione. Questo servizio spiega perché i bambini tossiscono, come distinguere i diversi tipi di tosse e quando conviene chiedere un controllo medico.
Cause più frequenti: dalle infezioni alle irritazioni ambientali
La tosse è un riflesso protettivo: serve a espellere muco, corpi estranei o agenti irritanti dalle vie aeree. Nella stragrande maggioranza dei casi nei bambini la causa sono infezioni virali delle alte vie respiratorie — raffreddore, laringite, bronchite in forma lieve — che irritano la mucosa e scatenano il riflesso. In molte città italiane i genitori notano un aumento delle consultazioni pediatriche nei mesi freddi, quando questi virus circolano di più.

Accanto alle infezioni, esistono fattori non infettivi che provocano tosse: la aria secca negli appartamenti riscaldati, l’inquinamento urbano e il fumo passivo sono tutti elementi che possono irritare le vie respiratorie. Nei più piccoli bisogna ricordare anche il rischio di inalazione accidentale di un corpo estraneo dopo un gioco o uno spuntino. Un dettaglio che molti sottovalutano: la presenza di riscaldamenti centralizzati può seccare l’aria tanto quanto la stufa a legna.
Più raramente la tosse segnala condizioni croniche o più gravi, come asma, polmonite, pertosse, reflusso gastroesofageo o malattie congenite. In questi casi la tosse tende a essere più prolungata o a presentare segnali associati specifici.
Come riconoscere i tipi di tosse e quando allarmarsi
Distinguere la natura della tosse aiuta il pediatra a orientare la diagnosi. Una prima differenza utile è basata sulla durata: la tosse acuta dura meno di quattro settimane e spesso segue un episodio virale; la tosse cronica supera le quattro settimane e richiede indagini mirate per escludere asma o reflusso. Nella pratica quotidiana, tuttavia, sono le caratteristiche del suono a fornire indizi immediati.
La tosse secca è priva di espettorato, fatta di colpi brevi e ripetuti; peggiora spesso di notte o dopo uno sforzo ed è tipica di irritazioni laringee o di infezioni virali iniziali. La tosse grassa è rumorosa e accompagnata da catarro: ha lo scopo di liberare i bronchi dal muco ed è comune nelle bronchiti. Una tosse “abbaiante”, simile a un latrato, suggerisce una laringite acuta; un respiro con fischio e tosse sibilante orienta verso asma o bronchiolite nei neonati.
È necessario consultare il pediatra se la tosse dura o peggiora, se compare con febbre alta, difficoltà a respirare, pallore o labbra bluastre, perdita di peso o vomito. Se la tosse scatta in modo improvviso dopo un gioco o un pasto e il bambino fatica a parlare o respirare, bisogna sospettare un corpo estraneo e rivolgersi immediatamente al pronto soccorso.
Cosa fare: rimedi pratici e indicazioni sul trattamento
Il trattamento dipende dalla causa. Nelle forme virali lievi l’obiettivo è ridurre il fastidio e favorire la guarigione: idratazione, lavaggi nasali e riposo sono spesso sufficienti. Un intervento semplice e concreto è mantenere un’umidità corretta in camera: l’uso di un umidificatore o l’aerazione frequente aiutano a lenire le mucose. Evitare il fumo in casa e l’esposizione a infissi e tessuti troppo polverosi fa parte delle misure preventive.
Per facilitare l’espettorazione possono essere utili bevande tiepide e, in alcuni casi, l’aerosol con soluzione fisiologica: l’uso dell’aerosol va però deciso con il pediatra, perché non serve sempre e va calibrato sul singolo bambino. I farmaci antitussivi e i mucolitici non vanno somministrati senza prescrizione: nei lattanti possono perfino peggiorare il problema ostacolando l’eliminazione del muco. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la tendenza a somministrare rimedi “fai da te”; questo può nascondere complicazioni.
Quando la tosse è dovuta ad allergie, asma o reflusso, è essenziale curare la causa di base con terapie specifiche prescritte dallo specialista. Nei lattanti e nei bambini con segni di compromissione respiratoria la valutazione tempestiva può evitare ricoveri o complicanze. Alla fine, il dettaglio pratico che resta: osservare il respiro e le abitudini alimentari del bambino spesso dà al pediatra gli indizi più utili per decidere il percorso diagnostico.
