Scegliere una destinazione non è più solo questione di bellezza o di attrazioni: per molti viaggiatori la decisione passa prima dalla sensazione di poter camminare tranquilli per strada.
Una compagnia assicurativa americana ha provato a tradurre quella sensazione in numeri e coordinate, mettendo a confronto percezioni ed indicatori ufficiali per stabilire quali città del mondo offrono la maggiore sicurezza a chi le visita. Il risultato indica non soltanto capitali attente alla salute pubblica e ai trasporti, ma anche luoghi dove le politiche di inclusione e la gestione dei flussi turistici fanno la differenza nella vita quotidiana.
Come è nata la classifica e quali criteri contano davvero
La graduatoria proviene dal Berkshire Hathaway Travel Protection e dal suo Safest Cities Report 2026, un’analisi che unisce dati statistici e giudizi di viaggio. Sul versante delle opinioni, oltre 1.500 viaggiatori statunitensi hanno espresso valutazioni sulle città visitate, misurando aspetti concreti come il tasso di criminalità, la qualità dei trasporti e la disponibilità di servizi sanitari. Queste valutazioni vengono poi incrociate con indici esterni: tra le fonti citate ci sono Numbeo, The Economist e GeoSure Global, rielaborati da un algoritmo che mette insieme percezione ed evidenza numerica.

Il metodo cerca di bilanciare componenti diverse: sicurezza personale, sanità, accessibilità e inclusione sociale. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’impatto delle politiche locali sui flussi turistici: restrizioni di accesso o controlli più stringenti possono migliorare la vivibilità del centro storico senza eliminare l’offerta culturale. Chi lavora con dati urbani lo racconta spesso: non basta una bassa criminalità per rendere una città “sicura” agli occhi di chi arriva dall’estero.
Il risultato è una fotografia calibrata sui rischi reali e percepiti, utile soprattutto per chi pianifica viaggi con famiglie o in gruppi. Le città che emergono hanno spesso infrastrutture resilienti, reti sanitarie funzionanti e politiche di inclusione che riducono l’esposizione a comportamenti discriminatori. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la diversa tenuta dei servizi pubblici nelle stagioni di picco, un elemento che il report considera nella valutazione complessiva.
I vertici della classifica e il caso dell’Italia
Al vertice della graduatoria si conferma Reykjavik, per il secondo anno consecutivo la città che, secondo il mix di dati e giudizi, offre il più alto livello di sicurezza ai visitatori. Il report sottolinea la combinazione di sostenibilità, coesione sociale e infrastrutture resilienti come fattori chiave: Reykjavik è prima per protezione dai crimini violenti, seconda per salute e inclusione e quarta per affidabilità dei trasporti. Allo stesso tempo, rimane un rischio specifico legato alla geologia locale: le attività vulcaniche sono un elemento da tenere in conto nella pianificazione di un viaggio.
In Europa si afferma un predominio netto: delle prime quindici città, ben nove si trovano nel continente. Al secondo posto figura Copenhagen, apprezzata per i trasporti e per politiche inclusive; sul podio entra come new entry Zurigo, riconosciuta per l’efficienza dei servizi sanitari e la qualità urbana. Seguono città come Amsterdam e Honolulu, quest’ultima unica americana a comparire in cima per il terzo anno di seguito. Un dettaglio che molti sottovalutano è quanto contino le dimensioni urbane: città più compatte tendono a riportare indicatori migliori di percezione della sicurezza.
Per l’Italia c’è una presenza nella top 15: Venezia si colloca all’undicesimo posto, riconosciuta da chi l’ha visitata come “estremamente sicura” sotto il profilo del rischio criminale. A pesare sulla percezione sono la quasi totale pedonalità del centro storico e le nuove regole di gestione dei flussi turistici, misure che hanno ridotto la pressione nei punti più critici. Tuttavia il report segnala la necessità di attenzione verso i piccoli furti e le truffe nelle aree più affollate, in particolare in luoghi simbolici come Piazza San Marco e il Ponte di Rialto. La top 15 completa include: Reykjavik, Copenhagen, Zurigo, Amsterdam, Honolulu, Sydney, Barcellona, Lisbona, Tokyo, Dublino, Venezia, Seoul, Londra, Singapore e San Francisco.
Un fenomeno che in molti notano è la crescente attenzione delle amministrazioni locali alla prevenzione e alla gestione dei turisti: controlli mirati, servizi informativi e presidi di sicurezza cambiano l’esperienza del visitatore senza annacquare l’identità urbana. Per chi organizza spostamenti, l’indicazione concreta è valutare non solo la posizione in una classifica, ma anche la qualità del sistema sanitario locale, le misure contro i reati minori e le regole di accesso alle aree di maggiore interesse.
