L’Australia domina il Best in Travel 2026: città vibranti, natura maestosa ed emozioni uniche

L’Australia domina il Best in Travel 2026: città vibranti, natura maestosa ed emozioni uniche

Luca Antonelli

Novembre 1, 2025

Un volo atterra, i passeggeri scendono e la prima cosa che si nota non è il porto o il clima, ma il ritmo urbano: caffè affollati, murales e biciclette che tagliano corsie strette.

È la scena che ha convinto Lonely Planet a inserire l’Australia tra le mete imperdibili nel suo Best in Travel 2026. La selezione premia luoghi e percorsi dove natura, cultura e economia locale dialogano, offrendo spunti concreti per chi vuole costruire un itinerario oltre le cartoline. Dietro ai titoli di guida ci sono esperienze tangibili: passeggiate guidate dalle comunità indigene, tratti costieri poco frequentati e parchi dove il cielo è un documento a sé.

Melbourne tra creatività e multiculturalità

Melbourne è descritta spesso per il suo carattere eclettico più che per monumenti iconici; è una città che si misura sulla qualità degli spazi quotidiani. I vicoli ricoperti di murales, le botteghe che producono scarpe su misura e le caffetterie indipendenti confermano una vitalità artigianale e culturale diffusa. Chi vive in città lo nota ogni giorno: la presenza di comunità diverse ha trasformato la gastronomia e le pratiche artistiche in una rete attiva di scambi pratici e commerciali.

L’Australia domina il Best in Travel 2026: città vibranti, natura maestosa ed emozioni uniche
La città più vicina con collegamenti principali è Adelaide. – pollnet.it

La capitale del Victoria offre anche percorsi legati alle First Nations, come passeggiate sensoriali nei Royal Botanic Gardens condotte da guide aborigene, che raccontano legami tra piante e pratiche rituali. È un’opportunità per chi cerca contesti che spiegano non solo la storia ma le pratiche ancora vive. Un dettaglio che molti sottovalutano è la dimensione delle micro-imprese locali: dietro a bar e atelier ci sono cooperative e piccoli produttori con politiche di sostenibilità concrete.

La città ha più di oltre 2.000 caffetterie e torrefazioni che fungono da laboratori di sperimentazione culinaria; ingredienti locali incontrano influenze globali in menu che cambiano con le stagioni. La sera, dai rooftop bar ai locali sotterranei, Melbourne mostra una scena musicale e sociale che continua a influenzare il modo in cui si vive la città. Per chi programma un viaggio, la città è un nodo pratico da cui pianificare tappe in regione e scoperte culturali mirate.

Great Victorian Bathing Trail: il paesaggio che cura

Il Great Victorian Bathing Trail è un itinerario che unisce relax e paesaggio su quasi quasi 900 chilometri di costa meridionale del Victoria. Collegando piscine naturali, sorgenti termali e bagni minerali, il percorso si rivolge a chi cerca pause rigenerative inserite in contesti costieri. Lungo la Mornington Peninsula e oltre, si alternano vasche di pietra affacciate sull’oceano, sorgenti che emettono vapori all’alba e piccole strutture locali dove si praticano rituali legati all’acqua.

Il valore del tragitto non è solo paesaggistico: l’acqua è descritta in termini concreti per le sue proprietà minerali, con ricadute sul benessere percepito dai visitatori. Passeggiate nella natura, sessioni di yoga all’aperto e degustazioni in fattorie vicine integrano il percorso, dando un senso di comunità ai servizi turistici. Un aspetto che sfugge a chi programma la visita è la stagionalità dei servizi: molte strutture piccoli dimensione offrono esperienze autentiche soprattutto in certe stagioni, quando i produttori locali sono attivi.

A livello pratico, il trail è adatto a chi cerca un mix tra soggiorni brevi e tappe rilassanti; si possono alternare soste termali a visite enogastronomiche e passeggiate costiere. Le interazioni con progetti legati alle First Nations arricchiscono il racconto del territorio, mostrando come ambiente e tradizione siano spesso intrecciati. Per i viaggiatori europei che cercano alternative alla classica rotta urbana, il trail offre un modello di viaggio basato su ritmi diversi e su esperienze sensoriali misurate.

Ikara‑Flinders Ranges: geologia e spiritualità dell’Outback

A circa mille chilometri a nord di Melbourne si aprono le Ikara‑Flinders Ranges, un territorio dove la geologia diventa un linguaggio leggibile sul campo. Il parco nazionale, esteso per circa 95.000 ettari, raccoglie creste, gole e valli che conservano tracce di oltre 600 milioni di anni di evoluzione terrestre. I rilievi rocciosi e i colori del suolo raccontano una storia lunga, e la fauna — canguri, emù, rapaci — completa un quadro di natura poco contaminata dalla presenza umana.

Al centro del sistema si trova Wilpena Pound, conosciuta come Ikara dagli Adnyamathanha, un anfiteatro naturale che rappresenta il cuore culturale della comunità locale. Qui le esperienze culturali si affiancano alle attività outdoor: escursioni guidate da interpreti indigeni, tour che spiegano miti e leggende e voli panoramici che ricompongono il paesaggio dall’alto. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la qualità del cielo: in queste aree lo stargazing è particolarmente nitido per l’assenza di inquinamento luminoso.

La designazione Unesco nel 2021 ha messo in evidenza l’importanza del sito non solo come attrazione paesaggistica ma come patrimonio culturale vivente. Sistemazioni che vanno dalle tende safari ai rifugi panoramici permettono soggiorni immersivi con raccolte di testimonianze locali e programmi di visita che rispettano pratiche tradizionali. La città più vicina con collegamenti principali è Adelaide, da cui si possono organizzare rientri o proseguimenti verso altre regioni del South Australia. Infine, il cielo notturno e la calma dell’Outback lasciano sul visitatore una percezione chiara: il paesaggio qui ordina i tempi del viaggio in modo diverso rispetto alle città costiere.

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