Coldiretti fotografa il valore dell’agroalimentare italiano: meno sprechi, più filiera e sostenibilità. Un’economia che unisce etica e competitività
Secondo le elaborazioni Coldiretti diffuse a metà ottobre 2025, la filiera agroalimentare italiana – dalla produzione agricola alla distribuzione e ristorazione – raggiunge un valore di 707 miliardi di euro e coinvolge oltre 4 milioni di occupati.
Una forza economica che, nel complesso, rappresenta quasi un quarto del PIL nazionale e che oggi chiede politiche stabili su acqua, suolo e logistica per consolidare la transizione verso modelli produttivi più sostenibili.
Il dato, osservano gli analisti, spiega anche perché il consumo consapevole e la filiera corta non siano più solo scelte etiche, ma fattori di competitività e sicurezza alimentare.
Sprechi alimentari: un costo per tutti
Coldiretti, su elaborazione del Centro Studi Divulga, stima che gli sprechi alimentari globali abbiano un impatto economico di 4.500 miliardi di dollari l’anno.
Un costo che incide sull’ambiente (per le emissioni associate alla produzione e smaltimento del cibo sprecato) e sulla società, in un contesto di risorse sempre più limitate.
In Italia, mercati contadini, accordi di prossimità e mense territoriali stanno diventando leve concrete per contrastare lo spreco.
La vendita diretta dal produttore al consumatore, oltre a ridurre l’invenduto, limita anche il ricorso a imballaggi monouso e trasporti a lunga distanza, contribuendo alla decarbonizzazione della filiera.
Perché la filiera corta funziona
Accorciare la catena produttiva significa tracciabilità, trasparenza e valore equo.
Chi produce ottiene un margine maggiore; chi acquista può conoscere l’origine del prodotto e scegliere secondo stagionalità e prossimità.
I distretti locali del cibo e i progetti di economia circolare agricola stanno sperimentando modelli virtuosi di recupero del fresco e redistribuzione solidale, con benefici diretti anche per le fasce vulnerabili della popolazione.
Si tratta di un approccio che unisce qualità alimentare e inclusione sociale, dimostrando che sostenibilità e giustizia economica possono convivere.
Scelte quotidiane che fanno la differenza
Il messaggio di Coldiretti è chiaro: la sostenibilità inizia dalla spesa quotidiana.
Comprare stagionale, scegliere mercati agricoli e cooperative locali, pianificare i pasti per evitare lo spreco sono gesti semplici, ma con un impatto misurabile sull’ambiente e sull’economia.
L’autunno, con i suoi prodotti simbolo – olio nuovo, castagne, legumi, verdure di campo – rappresenta il momento ideale per riscoprire la filiera agricola italiana come patrimonio economico e culturale.
Un’economia che “respira”, valorizza il lavoro e rafforza il legame tra chi produce e chi consuma.
