Le emissioni si riducono del 6%, ma trenta città italiane restano oltre i limiti europei per PM10 e NO₂. L’obiettivo 2030 è ancora lontano
Secondo il rapporto 2025 dell’ISPRA, l’Italia ha registrato un calo complessivo delle emissioni di inquinanti atmosferici, segnando un progresso importante sul fronte ambientale. Tuttavia, il Paese non può ancora dirsi “in linea” con gli obiettivi europei: trenta città italiane continuano a superare i valori limite di polveri sottili (PM10) e biossido di azoto (NO₂), due tra i principali indicatori di rischio per la salute urbana.
Una sfida doppia: emissioni e qualità dell’aria
Il miglioramento dei dati non significa automaticamente aria pulita. Come evidenzia ISPRA, la sfida resta duplice: ridurre le emissioni e rendere più efficaci le misure locali di risanamento.
La Pianura Padana resta l’area più critica: condizioni orografiche e scarsa ventilazione intrappolano gli inquinanti, mentre i grandi centri del Centro-Sud risentono di traffico intenso e bassa circolazione d’aria. “La mera riduzione delle emissioni non garantisce concentrazioni più basse,” osservano i tecnici, “poiché incidono anche fattori meteorologici e chimici”.
Le città più esposte e le misure urgenti
Milano, Torino, Bologna e Firenze figurano tra i centri più esposti ai superamenti dei limiti europei, ma criticità emergono anche a Roma e Napoli, dove traffico e densità urbana amplificano gli effetti dell’inquinamento.
L’ISPRA indica la direzione: piani comunali e regionali di adattamento più incisivi, con interventi strutturali come alberature urbane, estensione del trasporto pubblico elettrico e zone a traffico limitato dinamiche, in grado di modulare le restrizioni in base ai livelli di smog registrati in tempo reale.
Verso il 2030: obiettivi e scenari europei
La strategia europea per il clima fissa un traguardo chiaro: riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Per l’Italia, la distanza resta ampia. Gli indicatori ambientali mostrano un trend positivo, ma non ancora sufficiente. “Non possiamo dire di essere in linea con gli obiettivi,” ammette il rapporto. Servono politiche integrate tra Stato e territori, incentivi alla transizione energetica e sistemi di monitoraggio ambientale più capillari, capaci di restituire dati tempestivi e azioni coordinate.
Respirare meglio è una priorità pubblica
La qualità dell’aria non è un tema tecnico, ma una questione di salute e di equità urbana.
Le città che riusciranno a bilanciare traffico, industria, verde e pianificazione sostenibile saranno anche quelle con cittadini più sani e resilienti.
L’aria che respiriamo racconta chi siamo e quanto stiamo investendo nel futuro: meno smog, più qualità della vita.
