Chi ha diritto al vaccino antinfluenzale quest’anno? Le modalità per richiederlo e da quando

Chi ha diritto al vaccino antinfluenzale quest’anno? Le modalità per richiederlo e da quando

Chi ha diritto al vaccino antinfluenzale quest’anno? Le modalità per richiederlo e da quando - pollnet.it

Luca Antonelli

Ottobre 26, 2025

Una fila in farmacia, un ambulatorio affollato e il personale che aggiorna liste di appuntamenti: così si presenta la stagione dei vaccini in molte città italiane. Dietro a quei gesti c’è la strategia per impedire che l’influenza saturi ospedali e metta a rischio i più fragili. In un quadro in cui i virus cambiano forma ogni anno, conoscere chi può accedere al vaccino e quando farlo non è solo informazione sanitaria: è una scelta pratica che incide sulla vita quotidiana di famiglie, scuole e reparti ospedalieri.

Chi può richiederlo

La campagna vaccinale si rivolge in primo luogo a chi corre maggiori rischi di sviluppare forme severe di malattia. Tra questi rientrano gli anziani, soprattutto le persone con più di 65 anni, il gruppo che più spesso necessita di cure ospedaliere. Un gruppo a rischio parallelo è rappresentato dai bambini, in particolare quelli sotto i bambini di 5 anni, che possono manifestare complicanze respiratorie. È un aspetto che molti sottovalutano quando si pensa alla prevenzione familiare.

Chi ha diritto al vaccino antinfluenzale quest’anno? Le modalità per richiederlo e da quando
Chi ha diritto al vaccino antinfluenzale quest’anno? Le modalità per richiederlo e da quando – pollnet.it

Le donne in attesa sono un altro segmento chiave: la gravidanza modifica le difese immunitarie e il vaccino offre protezione sia alla futura madre sia, indirettamente, al neonato nelle prime settimane di vita. Inoltre, chi convive con malattie croniche — come patologie respiratorie, patologie croniche cardiache o diabete — viene solitamente inserito tra le priorità per la vaccinazione. Un dettaglio che spesso sfugge è il ruolo degli operatori sanitari; operatori sanitari e personale di strutture assistenziali sono incoraggiati a immunizzarsi non solo per sé, ma per ridurre la trasmissione verso pazienti fragili.

In diversi territori italiani le amministrazioni sanitarie estendono l’offerta gratuita a queste categorie, mentre in altri contesti il vaccino rimane disponibile a pagamento nelle farmacie e negli ambulatori. Chi si occupa di salute pubblica lo ricorda: informarsi per tempo è fondamentale per evitare disallineamenti tra domanda e offerta.

Quando e perché vaccinarsi

La scelta del momento giusto per la vaccinazione è determinante per ottenere la massima efficacia. I programmi di sanità pubblica raccomandano di effettuare l’iniezione prima che la circolazione virale aumenti: il periodo tipico è tra settembre-novembre, così da permettere allo organismo di sviluppare una copertura immunitaria completa in circa quindici giorni. Questo anticipo serve a evitare che la protezione arrivi quando la curva dei contagi è già in salita.

Detto questo, vaccinarsi fuori da quel range può comunque avere valore: in stagioni in cui l’attività influenzale persiste per mesi, ricevere il vaccino più avanti continua a offrire un grado di tutela. L’offerta è accessibile in più sedi — farmacie, ambulatori dei medici di base e centri sanitari pubblici — e molte ASL propongono prenotazioni centralizzate per snellire le procedure. Un fenomeno che in molte città si nota è l’aumento delle prenotazioni proprio nei periodi in cui si diffonde l’informazione locale.

I benefici non riguardano solo chi si vaccina: ridurre il numero di casi gravi diminuisce la pressione sugli ospedali, libera risorse per altre cure e limita le assenze dal lavoro e la perdita di produttività. Per questo motivo il vaccino antinfluenzale viene spesso definito un gesto di tutela collettiva, oltre che personale. Un aspetto pratico da considerare è la necessità di aggiornare annualmente la composizione dei vaccini per seguire l’evoluzione dei ceppi virali, motivo per cui la vaccinazione va ripetuta ogni stagione.

Chiunque voglia proteggere sé stesso e chi gli sta vicino troverà, nella maggior parte delle regioni italiane, canali informativi e punti dove prenotare la somministrazione: è una scelta che pesa sulla salute pubblica e che nel corso dell’anno può fare la differenza per ospedali e comunità locali.

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