Brunico d’autunno: 48 ore tra sentieri dorati, canederli pressati e il panettone di montagna

Brunico d’autunno: 48 ore tra sentieri dorati, canederli pressati e il panettone di montagna

Luca Antonelli

Ottobre 26, 2025

Arrivando a Brunico si percepisce subito il doppio registro della città: da una parte la trama storica delle mura e delle case con gli Erker e le insegne in ferro battuto, dall’altra una modernità misurata che si inserisce senza sopraffare il contesto. Fondata nel 1251 e a 838 metri di quota, Brunico è capoluogo della Val Pusteria e si raggiunge in circa mezz’ora d’auto dall’uscita Bressanone dell’autostrada A22. In autunno i boschi che circondano la città passano dal verde al dorato, e quella luce alta rende immediatamente evidente la convivenza di passato e presente che caratterizza il centro storico.

Una passeggiata tra centro e architetture

Passeggiare sulla Via Centrale — la Stadtgasse — significa leggere la città in sezioni: portoni tardo‑medievali, quattro porte che racchiudono il borgo e, a intervalli, interventi architettonici recenti che non nascondono la pietra. Il Palazzo del Comune è un esempio chiaro: una lamina bianca, fessure verticali e una resa contemporanea che dialoga con il tessuto antico. A poche decine di metri si nota la Biblioteca Civica, con un lato trasparente e facciate coperte di verde, e la moderna arena dell’hockey, che segnala come Brunico abbia saputo rinnovare spazi pubblici senza cancellare la memoria.

Brunico d’autunno: 48 ore tra sentieri dorati, canederli pressati e il panettone di montagna
il Castello di Brunico, sede del Museo Civico, che offre una lettura storica del territorio. – pollnet.it

Tra botteghe storiche, ristoranti e boutique, la città mantiene un ritmo vivo pur contando poco meno di diecimila abitanti: è una dimensione che favorisce contatto e familiarità, ma attrae anche chi arriva dalle valli per commissioni o per shopping. Un dettaglio che molti sottovalutano è la scansione delle porte urbane: ogni porta conserva tracce diverse di usi commerciali e di trasformazioni urbane.

Da non perdere sono la chiesa gotica del Salvatore alle Orsoline e la parrocchiale di Nostra Signora con i suoi arredi lignei; sul colle domina il Castello di Brunico, sede del Museo Civico, che offre una lettura storica del territorio. Questo equilibrio tra pelle antica e innesti contemporanei è il primo elemento che spiega perché la città risulti riconoscibile e insieme in movimento.

Sapori d’autunno e volti della città

La stagione fredda rimette al centro la gastronomia: dai rifugi rustici alle tavole che rileggono la tradizione. Sulla riva della Rienza, l’Enotheque di Karl Bernardi è un punto dove un aperitivo diventa occasione di conversazione e scoperta di prodotti locali; il tagliere con formaggi, speck e salsiccia è un classico che accompagna il vino. Nella Via Centrale lo shop di Karl Bernardi propone conserve artigianali e salumi della macelleria di famiglia.

A pochi passi, il chiosco di Toni Mair — noto come “Toni Maroni” o “Keschtn” — profuma di castagne arrostite: una porzione costa intorno ai 6 euro e d’inverno il suo banco può superare le quattro tonnellate di venduto stagionale. Toni non è solo venditore: è figura sociale attiva, intagliatore di maschere dei Krampus e presenza nelle sfilate natalizie. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è proprio come personaggi così contribuiscano alla percezione di comunità.

Per una cena curata, il ristorante b.local in Via Europa punta sulla filiera corta e su un menu che cambia con la disponibilità degli ingredienti: agnolotti di patate e taleggio, risotti al miele di pino mugo e secondi come la spalla di vitello arrosto raccontano il territorio. In centro si può dormire all’Hotel Blitzburg, tre stelle con colazione inclusa, tariffe a partire da circa 170 euro: soluzione pratica per chi vuole muoversi a piedi tra i punti principali della città.

Plan de Corones: arte, sentieri e vetta

Il Plan de Corones — chiamato affettuosamente “panettone” per la sua forma — raggiunge i 2.250–2.275 metri e rappresenta un fronte naturale che guarda alle Dolomiti. Gli impianti comprendono circa 121 km di piste e 32 cabinovie e seggiovie: la cabinovia Kronplatz 2000 collega Riscone alla cima e, fuori stagione invernale, la montagna si presta a escursioni panoramiche senza grandi sforzi.

Sulla vetta, il MMM Corones di Reinhold Messner, firmato da Zaha Hadid, esplora la storia dell’alpinismo (ingresso intorno ai 14 euro). Accanto, il LUMEN Museum of Mountain Photography racconta la montagna per immagini con un percorso interattivo (ingresso intorno ai 17 euro). Dal 2024 il panorama si arricchisce di Via Artis, un anello di circa 6 km che ospita installazioni artistiche realizzate con il legno recuperato dopo la Tempesta Vaia: opere che mettono in dialogo natura, memoria e rigenerazione.

Per chi cerca esperienze guidate, durante la Golden Summit Weeks in autunno gli impianti offrono salite incluse in una serie di attività che vanno dalle escursioni ai laboratori sulla cucina tradizionale. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la varietà degli usi della vetta: non è solo panorama, ma anche luogo di educazione ambientale e sperimentazione culturale. Salire con la cabinovia e camminare lungo i sentieri conferma che il Plan de Corones resta un punto di equilibrio tra turismo attivo e tutela del paesaggio.

×