Non mi faccio più rovinare il sonno dal cambio d’ora: i cibi che metto subito in tavola

Non mi faccio più rovinare il sonno dal cambio d’ora: i cibi che metto subito in tavola

Luca Antonelli

Ottobre 24, 2025

La prima mattina dopo il ritorno all’ora solare si avverte qualcosa di familiare ma fuori misura: c’è chi si sveglia confuso, chi accumula sonnolenza durante il giorno e chi sente la concentrazione che vacilla. È un piccolo disallineamento dell’orologio interno che si riflette su appetito, umore e rendimento quotidiano. In questi giorni la tavola può diventare uno strumento concreto per attenuare gli effetti: non si tratta di rimedi miracolosi, ma di scelte alimentari e abitudini che aiutano il corpo a ricalibrare il suo ritmo.

Quando il corpo fatica a seguire l’orologio

Il passaggio all’ora solare modifica subito il ritmo sonno-veglia e per molti provoca sintomi simili al jet lag: insonnia, stanchezza diurna, calo dell’appetito e difficoltà di attenzione. Il fenomeno non è solo psichico: la produzione di melatonina e di serotonina si regola in funzione della luce e degli stimoli durante il giorno. Per questo la gestione dell’esposizione luminosa è fondamentale: evitare schermi in camera da letto riduce l’effetto della luce blu, mentre le passeggiate all’aperto favoriscono la sincronizzazione del ritmo circadiano. Un dettaglio che molti sottovalutano è la forza della luce del mattino nel fissare la nuova routine: anche brevi uscite all’aria aperta hanno un impatto misurabile sull’umore.

Non mi faccio più rovinare il sonno dal cambio d’ora: i cibi che metto subito in tavola
Allenare subito i nuovi ritmi senza stravolgere sveglia e pasti. pollnet.it

Mantenere gli orari abituali per il sonno e per i risvegli è una strategia pratica che riduce lo sfasamento. Chi lavora in città lo nota subito: il primo periodo di adattamento dura spesso pochi giorni se si preservano le routine serali e mattutine. Allo stesso tempo è utile evitare attività fisiche intense a ridosso dell’ora di coricarsi, perché l’aumento di adrenalina può contrastare il rilassamento serale e ritardare il sonno.

Cosa mettere nel piatto per alleggerire il cambio

Il cibo non risolve il problema da solo, ma può facilitare il ripristino del ritmo. La regola base è scegliere piatti che favoriscano la digestione e la produzione di neurotrasmettitori legati al riposo. Ridurre caffè e bevande contenenti caffeina nel pomeriggio limita la probabilità di notti agitate; allo stesso modo è opportuno limitare alcolici e cibi molto grassi o piccanti, che sovraccaricano la digestione e interferiscono con il sonno.

Al contrario, vanno privilegiate fonti di triptofano (precursore della serotonina) insieme a carboidrati complessi in porzioni moderate: una cena con cereali integrali, verdure cotte e una fonte proteica leggera aiuta l’organismo. La frutta secca e lo yogurt forniscono nutrienti utili per la notte, mentre una tisana a base di camomilla o melissa e un bicchiere di latte caldo col miele restano soluzioni pratiche per favorire il rilassamento. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che l’orario dei pasti mantiene il segnale temporale più forte per l’orologio interno: rispettare gli orari dei pasti abituali aiuta il riadattamento.

Allenare subito i nuovi ritmi senza stravolgere sveglia e pasti, scegliere cene leggere e privilegiare la luce naturale nelle ore diurne sono accorgimenti concreti: con queste scelte la fase di adattamento tende ad abbreviarsi, e molti notano una riduzione della sonnolenza e dei disturbi digestivi nelle settimane successive.

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