Il 42% riduce il consumo di carne rossa. Crescono i “green day” e le produzioni locali
Mangiare meno carne non è più una moda, ma un cambio di paradigma. Il Rapporto Coldiretti 2025 fotografa un’Italia sempre più attenta a ciò che porta in tavola: il 42% degli italiani ha ridotto il consumo di carne rossa negli ultimi dodici mesi, mentre cresce la domanda di proteine vegetali e prodotti locali a basso impatto ambientale. Un’evoluzione che intreccia salute, etica e sostenibilità, trasformando la dieta mediterranea in una versione ancora più “verde”.
Legumi protagonisti
Ceci, lenticchie e fagioli tornano al centro dell’alimentazione quotidiana. Non più “piatti poveri”, ma simboli di una dieta consapevole. Secondo i dati Coldiretti, la produzione nazionale di legumi è aumentata del 18% grazie a nuove rotazioni agricole e all’espansione del biologico. In molte scuole e mense pubbliche si sperimentano i cosiddetti “green day”, giornate a menù completamente vegetale introdotte una volta a settimana per educare a un consumo più equilibrato. Un segnale di cambiamento che parte dalle istituzioni e arriva alle abitudini familiari.
La scelta consapevole
“La sostenibilità passa anche dalla spesa”, spiega la nutrizionista ambientale Silvia Ferri. Ridurre la carne non significa rinunciare, ma equilibrare: più fibre, meno grassi saturi, più salute. La scelta di privilegiare legumi, cereali integrali e proteine vegetali è ormai condivisa da un’ampia fascia di popolazione, soprattutto under 40, sensibile all’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Anche l’industria alimentare si adegua: tra i prodotti più venduti del 2025 figurano burger vegetali, farine di ceci e lenticchie italiane, tofu e seitan di produzione locale. Il Made in Italy si reinventa in chiave sostenibile.
Cultura alimentare e futuro
La transizione alimentare non è solo un trend, ma un atto culturale e politico. L’Italia, patria della dieta mediterranea, riscopre la propria vocazione originaria: semplice, vegetale e legata alla terra. “Mangiare meno carne non è una privazione — spiega Ferri — ma un modo per vivere meglio e far vivere meglio il pianeta”. Il 2025 segna così una svolta silenziosa ma concreta: un ritorno alla sobrietà alimentare che unisce gusto, benessere e rispetto per l’ambiente.
