Le Isole Tremiti: fascino nascosto della Puglia dove l’autunno regala scenari da cartolina

Le Isole Tremiti: fascino nascosto della Puglia dove l’autunno regala scenari da cartolina

Luca Antonelli

Ottobre 23, 2025

Dal molo sale un’impronta d’umidità, le imbarcazioni si allontanano e la terraferma resta piccola: così inizia il viaggio verso le Isole Tremiti, un arcipelago che in autunno mostra una faccia meno nota rispetto alla stagione balneare.

Non è un ritratto idilliaco ma un’osservazione pratica: qui la viabilità è minima, il paesaggio è dettato da scogliere calcaree e macchia mediterranea, e il tempo sembra regolato da altri parametri rispetto alla costa. Chi arriva trova pochi veicoli di servizio, sentieri che conducono a calette e una densità di strutture ricettive concentrata su un paio di isolotti principali. San Domino e San Nicola definiscono l’assetto umano dell’arcipelago, mentre Capraia, Cretaccio e Pianosa rappresentano aree naturali con vincoli di tutela. Un dettaglio che molti sottovalutano: la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti condiziona la vita quotidiana dell’isola tanto quanto il turismo stagionale. Questo testo offre un quadro organizzato per chi vuole muoversi con informazioni pratiche, scelte di viaggio e attività possibili senza retorica.

Le isole e il loro carattere

L’arcipelago è composto da isole diverse per morfologia e uso: San Domino è la più estesa e coperta da una pineta che arriva vicina al mare, con calette sabbiose e percorsi segnati; San Nicola è il nucleo storico, dove il complesso dell’abbazia-fortezza racconta la funzione strategica dell’isola nel corso dei secoli. Capraia è quasi disabitata e attira osservatori di uccelli marini e appassionati di immersione; Cretaccio è uno sperone roccioso modellato da vento e onde; Pianosa, più distante, è sottoposta a norme restrittive per la tutela della fauna e della flora.

Le Isole Tremiti: fascino nascosto della Puglia dove l’autunno regala scenari da cartolina
Le opzioni di accesso sono essenzialmente due: via mare o via aria. pollnet.it

La diversità si traduce in regole differenti: alcune aree sono accessibili liberamente, altre richiedono permessi o escursioni con guide autorizzate. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la riduzione delle corse marittime, che rende necessaria una programmazione più accurata del viaggio. Nel paesaggio emergono elementi concreti: cave di roccia, cisterne storiche, tracce archeologiche e siti sommersi che fanno dell’arcipelago un laboratorio di geologia costiera. Area Marina Protetta è un’espressione che qui non è solo cartellonistica: incide sulle attività di pesca, sulle immersioni e sulle escursioni in barca. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la differenza tra percezione visiva delle acque e qualità biologica dei fondali: fondali limpidi non sempre corrispondono a ecosistemi indisturbati, dunque le regole di accesso sono misure concrete di salvaguardia.

Come arrivare, cosa fare e dove soggiornare

Le opzioni di accesso sono essenzialmente due: via mare o via aria. I collegamenti marittimi partono regolarmente da porti del Nordbarese e da Termoli in Molise; traghetti e aliscafi impiegano tempi variabili a seconda del punto di imbarco e delle condizioni del mare. Per chi cerca rapidità e una vista dall’alto esiste un servizio di elicottero che mette in connessione l’interno della regione con l’eliporto dell’isola principale. Un dettaglio che molti sottovalutano è la stagionalità delle corse: in alcuni periodi le frequenze si riducono e diventa necessario prenotare con anticipo. Sul versante delle attività, il territorio propone itinerari di trekking nella pineta di pini d’Aleppo, immersioni in punti noti per la visibilità e la biodiversità, e visite guidate alle grotte costiere che richiedono imbarcazioni locali. La ristorazione è concentrata su piatti a base di pesce fresco, spesso preparato da piccole imprese familiari: non si tratta di marketing, ma di realtà produttive legate alla quotidianità dell’isola. Per l’alloggio, le soluzioni migliori si trovano a San Domino, con hotel e appartamenti, mentre chi cerca atmosfera storica valuta gli spazi ricettivi di San Nicola. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è il calo dei prezzi e la maggiore disponibilità: questo consente di pianificare soggiorni più lunghi e di approfondire l’osservazione naturalistica senza l’affollamento estivo. In chiusura, resta un fatto concreto: l’arcipelago rimane soggetto a limitazioni per la tutela ambientale, una scelta che sta già influenzando il modo in cui i visitatori organizzano i propri spostamenti e le attività sull’isola.

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