L’autunno 2025 prolunga la stagione dei pollini. Gli allergologi avvertono: “Mai così tanti casi di rinite in ottobre”
Rinite che non passa, occhi che bruciano, tosse secca: segnali evidenti di una stagione allergica prolungata. L’Associazione Italiana di Aerobiologia rileva concentrazioni ancora significative di parietaria, ambrosia e graminacee in diverse città del Nord e del Centro, complice l’ottobrata appena conclusa e la scarsa piovosità. I pollini tardivi, una volta emessi, restano sospesi più a lungo se mancano vento e precipitazioni; intanto lo smog urbano fornisce un “vettore” che ne facilita il trasporto profondo nelle vie aeree.
Il ruolo dello smog e dell’ozono
Gli allergologi parlano di “sinergia nociva”: il PM2.5 funge da carrier degli allergeni, mentre l’ozono troposferico irrita le mucose, abbassandone la soglia di difesa. Risultato: più starnuti, congestione, broncospasmo, anche in soggetti che si dichiarano non allergici. “È l’effetto della doppia esposizione, biologica e chimica,” spiega la dott.ssa Cecilia Marini (Policlinico di Torino). Nei pronto soccorso, tra fine settembre e metà ottobre, si osserva un incremento degli accessi per crisi asmatiche lievi e medie; i medici di base segnalano ricette di antistaminici e spray nasali in crescita.
Prevenzione quotidiana e terapie
La regola d’oro è monitorare i bollettini pollinici regionali (pubblicati dalle ARPA) e pianificare le attività all’aperto nelle ore meno critiche, preferendo mattino presto o sera tardi. In casa: ricambi d’aria brevi, purificatori con filtri HEPA, igrometria tra 40–55% per limitare anche le spore di muffe. Al rientro dall’esterno, lavare viso e capelli, cambiare abiti e usare lavaggi nasali salini per rimuovere gli allergeni. La terapia farmacologica va valutata con lo specialista; per chi ha sintomi ricorrenti, l’immunoterapia specifica resta l’opzione preventiva più efficace su base pluriennale.
Cambiamento climatico e prospettive
Secondo il CNR-ISAC, negli ultimi 15 anni la stagione pollinica italiana si è allungata di circa 40 giorni. Fioriture anticipate in primavera e code autunnali sono la nuova normalità; gli allergeni di ambrosia in Pianura Padana e di parietaria lungo le coste tirreniche tendono a protrarsi se ottobre resta mite e secco. Le amministrazioni locali possono ridurre l’esposizione con una manutenzione del verde più tempestiva (sfalci programmati, rimozione infestanti) e piani anti-smog coordinati.
