Attenzione alla vitamina D2: può indebolire il sistema immunitario invece di rinforzarlo

La scienza

Attenzioni agli integratori vitaminici e alle autoprescrizioni-pollnet.it

Franco Vallesi

Ottobre 19, 2025

Uno studio dell’Università del Surrey ribalta le certezze: la vitamina D2, presente in molti integratori, ridurrebbe l’efficacia della D3, la forma naturale e più utile all’organismo.

Da anni viene consigliata per rinforzare le ossa, il sistema immunitario e affrontare l’inverno con più difese. Ma la vitamina D, spesso assunta attraverso integratori, potrebbe non agire sempre come pensiamo.

Un nuovo studio dell’Università del Surrey, pubblicato sulla rivista Nutrition Reviews, ha infatti scoperto che non tutte le forme di vitamina D funzionano allo stesso modo — e che una di esse, la vitamina D2, potrebbe addirittura ridurre i livelli della D3, quella che il nostro corpo utilizza davvero.

Un risultato che ha spiazzato gli esperti e che apre nuovi interrogativi su uno degli integratori più diffusi al mondo.

Lo studio: la D2 abbassa i livelli della D3

Il team di ricerca guidato da Emily Brown ha analizzato i dati di diversi trial clinici controllati e randomizzati, confrontando gli effetti delle due forme di vitamina D disponibili sul mercato: D2 (ergocalciferolo) e D3 (colecalciferolo).

I risultati sono chiari: chi assume vitamina D2 registra una riduzione dei livelli di D3 nel sangue, rispetto non solo a chi assume la D3, ma persino ai soggetti del gruppo di controllo che non prendevano alcun integratore. In sostanza, la D2 non solo sarebbe meno efficace, ma potrebbe anche interferire con la vitamina D naturale prodotta dal corpo grazie alla luce solare.

Vitamina D2 e D3
Cosa dice lo studio a riguardo-pollnet.it

“Gli integratori di vitamina D sono fondamentali, specialmente tra ottobre e marzo, quando il nostro organismo non può produrla dal sole,” spiega Brown. “Tuttavia, abbiamo scoperto che la D2 può ridurre i livelli di D3, un effetto finora sconosciuto. Questo suggerisce che, salvo specifiche esigenze individuali, la vitamina D3 è probabilmente la scelta migliore per la maggior parte delle persone.”

Lo studio, quindi, non mette in discussione l’importanza dell’integrazione, ma invita a fare attenzione alla forma scelta. Molti integratori economici contengono vitamina D2, derivata da funghi e piante, mentre la D3 è di origine animale (lana di pecora o pesce) e risulta più biodisponibile e stabile.

La D3 è più efficace: rafforza il sistema immunitario e difende dalle infezioni

A confermare la superiorità della vitamina D3 è anche un precedente studio pubblicato su Frontiers in Immunology e condotto da Colin Smith, sempre dell’Università del Surrey. In quella ricerca, gli scienziati avevano osservato che solo la D3 stimola una componente chiave del sistema immunitario, migliorando la risposta contro virus e batteri.

“La vitamina D3, ma non la D2, sembra attivare il sistema di segnalazione dell’interferone di tipo I,” spiega Smith, “una parte fondamentale delle nostre difese innate. Mantenere buoni livelli di D3 può aiutare a prevenire le infezioni e a impedire che i patogeni si insedino nell’organismo.”

Il collega Martin Warren, del Quadram Institute, aggiunge un dettaglio cruciale: “La carenza di vitamina D rappresenta ancora oggi un serio problema di salute pubblica, soprattutto durante i mesi invernali. Per questo è importante intervenire con la forma più efficace di integrazione, che è appunto la D3.”

La vitamina D3, infatti, è quella che il nostro corpo sintetizza naturalmente quando la pelle viene esposta alla luce del sole. È essenziale per l’assorbimento del calcio, il mantenimento delle ossa, ma anche per regolare la risposta immunitaria e contrastare processi infiammatori.

Attenzione alle etichette: come scegliere l’integratore giusto

Gli esperti raccomandano quindi di leggere sempre l’etichetta prima di acquistare un integratore di vitamina D. La differenza tra D2 e D3 può sembrare minima, ma a livello biologico cambia tutto. La D2, di origine vegetale, viene spesso usata nei prodotti “vegan-friendly”, ma risulta meno stabile e meno efficace nel mantenere livelli ottimali di vitamina D nel sangue.

Al contrario, la D3 è più facilmente assimilabile e duratura, tanto che molti medici ne consigliano l’assunzione da ottobre a marzo, soprattutto per chi vive in zone con scarsa esposizione solare o passa molte ore in ambienti chiusi.

Gli scienziati dell’Università del Surrey suggeriscono anche di non eccedere con le dosi: l’eccesso di vitamina D può essere dannoso quanto la carenza, causando accumulo di calcio nel sangue e nei tessuti. Prima di iniziare un’integrazione, è quindi consigliabile fare un semplice esame del sangue per valutare i livelli di 25-idrossivitamina D, l’indicatore più affidabile della riserva corporea.

Il futuro della ricerca

Gli studiosi chiedono ora nuovi approfondimenti per comprendere meglio le differenze molecolari tra D2 e D3 e valutare se la fortificazione alimentare (come nel latte o nei cereali) debba privilegiare la forma D3. “Capire quale tipo di vitamina D garantisce i maggiori benefici,” conclude Brown, “è fondamentale per impostare politiche sanitarie efficaci, soprattutto in vista dei mesi freddi, quando la luce solare non basta.”

In attesa di nuove conferme, un consiglio pratico resta valido per tutti: con l’autunno alle porte, e le giornate sempre più corte, meglio controllare quale forma di vitamina D si sta assumendo. Una semplice sigla sull’etichetta può fare la differenza tra un integratore utile e uno potenzialmente controproducente.

×