Tumori: Italia prima in Ue per calo della mortalità, ma servono più fondi

Tumori in Italia: cala la mortalità

Tumori in Italia: cala la mortalità | Pixabay @koto_feja - Pollnet

Redazione

Ottobre 17, 2025

L’Italia guida l’Unione Europea nella lotta ai tumori: cala la mortalità, ma sono necessari maggiori investimenti. La situazione

L’Italia si conferma leader in Europa per la riduzione della mortalità dei tumori maschili, con un calo del 14,5% tra il 2020 e il 2025, il dato più significativo nel continente. Tuttavia, gli esperti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), riuniti nel congresso di Berlino, lanciano un allarme sulla necessità urgente di maggiori investimenti e potenziamento del personale per sostenere la crescente domanda di assistenza oncologica.

Tumori, calo della mortalità in Italia: un primato europeo

Secondo i dati presentati da Aiom, la mortalità per cancro in Italia diminuisce più rapidamente rispetto alla media europea, con un calo del 14,5% negli uomini e del 5% nelle donne, contro rispettivamente -3,5% e -1,2% nel complesso dei Paesi UE. Questo risultato è trainato soprattutto dalla forte riduzione dei decessi per tumore del polmone (-24,4%) e dello stomaco (-24,3%). Francia, Germania e Spagna registrano cali meno marcati, evidenziando la buona performance del nostro Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), che però necessita di risorse aggiuntive per mantenere e migliorare i livelli di cura.

Francesco Perrone, presidente Aiom, sottolinea che “la crescita dei finanziamenti per l’oncologia è stata insufficiente rispetto all’aumento dei bisogni”, mentre Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom, richiama l’attenzione sull’importanza di completare l’implementazione delle reti oncologiche regionali per garantire uniformità e qualità di assistenza in tutto il territorio nazionale.

Sfide organizzative e carenza di personale

Nonostante i progressi, la carenza di personale specializzato rappresenta un nodo critico. Giuseppe Curigliano, presidente eletto Esmo e direttore della Divisione Sviluppo Nuovi Farmaci all’Istituto Europeo di Oncologia, evidenzia la necessità di più figure professionali nel settore oncologico – dai radioterapisti agli anatomopatologi – e l’inclusione di nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale, per migliorare la gestione clinica e l’accesso tempestivo alle terapie innovative.

Nel 2024 sono stati stimati circa 390.100 nuovi casi di tumore in Italia, con una popolazione di pazienti oncologici in costante crescita e sempre più spesso in uno stato di cronicizzazione della malattia. La variabilità organizzativa tra Regioni, caratterizzata dalla diffusione di “mini-reti” dedicate a singole neoplasie, rischia di generare disparità nell’assistenza oncologica, rendendo necessaria una strategia unitaria e integrata.

Prevenzione e innovazione terapeutica: focus sul futuro

L’Europa rappresenta meno del 10% della popolazione mondiale ma registra circa un quarto delle diagnosi oncologiche globali. Una quota rilevante di tumori – stimata attorno al 40% – è prevenibile attraverso stili di vita sani. Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, evidenzia che in Italia il 24% degli adulti fuma ancora, nonostante un calo rispetto al passato, e sottolinea gli obiettivi ambiziosi del Piano europeo per sconfiggere il cancro (Europe’s Beating Cancer Plan), che mira a ridurre sotto il 5% la percentuale di fumatori entro il 2040.

Tra le novità più rilevanti emerse al congresso Esmo, gli Anticorpi farmaco-coniugati (Adc) rappresentano una svolta terapeutica promettente. Questi farmaci “intelligenti” trasportano la chemioterapia direttamente nelle cellule tumorali, migliorando significativamente l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali. Giuseppe Curigliano conferma che entro la fine del 2025 diverse molecole Adc otterranno l’approvazione regolatoria, ampliando le indicazioni terapeutiche anche ai tumori in fase precoce e aumentando la possibilità di guarigione, in particolare per il carcinoma mammario Her2 positivo e triplo negativo, nonché per tumori della vescica e del polmone.

Il futuro dell’oncologia italiana ed europea si concentra quindi su un equilibrio tra innovazione farmacologica, potenziamento delle reti assistenziali e una maggiore attenzione alla prevenzione primaria e secondaria, per sostenere un sistema sanitario in grado di rispondere efficacemente a un carico oncologico in crescita.

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