La febbre è uno dei segnali più comuni cui il nostro corpo ricorre per avvertire che qualcosa non va. Quando la temperatura supera i valori abituali, normalmente intorno ai 36-37,2°C, scatta una risposta fisiologica che amplia la capacità dell’organismo di combattere infezioni o infiammazioni.
Non è una malattia, ma un sintomo che va interpretato con attenzione. Nella vita quotidiana, soprattutto con i cambi stagionali, capita spesso di confrontarsi con questo disturbo. Il punto è capire quando la febbre può essere gestita in autonomia e quando, invece, richiede un intervento medico.
In questi mesi di continui cambi di temperatura, la febbre può preoccupare più del dovuto. Ecco perché è utile riconoscere le cause più frequenti, i sintomi associati e le strategie di trattamento, restando sempre vigili su quei segnali che indicano condizioni più gravi. Chi vive in famiglia con bambini o anziani sa bene che il modo in cui la febbre si manifesta e si evolve può essere molto diverso secondo l’età e lo stato di salute. Andiamo perciò a vedere come si definisce la febbre e quali sono le sue cause principali.
Cos’è la febbre e come si classifica
Si parla di febbre quando la temperatura corporea supera generalmente i 37,2-37,5°C. Questa condizione nasce dal cambiamento del “termometro interno” del corpo: il centro di regolazione termica nell’ipotalamo alza la sua soglia in risposta alla presenza di sostanze, chiamate pirogeni, prodotte dal sistema immunitario per fronteggiare infezioni o infiammazioni. Non si tratta dunque di un problema isolato ma di un campanello di allarme biologico.
L’entità dell’innalzamento termico permette di suddividere la febbre in diverse categorie: Conoscere il meccanismo che sta dietro alla febbre aiuta inoltre a capire perché non sempre è necessario cercare di abbassarla immediatamente. È invece importante restare informati su quali soglie di temperatura e quali sintomi devono far scattare l’allarme.
Le cause e i sintomi della febbre
Le cause principali della febbre sono di solito legate a infezioni virali o batteriche. Fra le prime più frequenti emergono influenza, raffreddore, Covid-19 e mononucleosi. Infezioni batteriche possono invece generare febbre di diverso tipo, come è il caso della febbre reumatica da streptococco. Ma la febbre non nasce solo da agenti infettivi: può derivare da malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide, da reazioni a farmaci o vaccini, colpi di calore, risposte post-operatorie o, in casi più rari, da malattie oncologiche e metaboliche.
I sintomi che si accompagnano all’aumento della temperatura sono vari e comprendono brividi, sudorazione, malessere generale, dolori muscolari e articolari, mal di testa e inappetenza. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che, nei bambini, la febbre può manifestarsi rapidamente e talvolta causare convulsioni febbrili, un evento che richiede particolare attenzione. Negli anziani, invece, la febbre può presentarsi con segnali meno evidenti, ma che possono comunque indicare condizioni gravi.
La presenza di sintomi quali rigidità della nuca, difficoltà respiratorie, dolore toracico intenso, vomito persistente o segni evidenti di disidratazione deve indurre a consultare rapidamente un medico. La febbre alta e persistente oltre i 5-7 giorni è un campanello serio da non ignorare. Particolare cautela è necessaria per bambini molto piccoli, donne in gravidanza, anziani, persone immunodepresse e pazienti con malattie croniche come diabete e cardiopatie.
Quando e come intervenire per la febbre
Nel trattamento della febbre la causa e le condizioni del paziente sono fondamentali. Spesso, soprattutto in caso di infezioni virali come l’influenza, è sufficiente mantenere riposo, idratazione e un ambiente fresco. Indossare abiti leggeri e seguire un’alimentazione semplice aiuta a non sovraccaricare l’organismo durante la fase acuta. Un aspetto che molti sottovalutano è il ruolo dell’adeguata ventilazione degli ambienti, specie nelle stagioni più fredde.
Quando la temperatura sale oltre i 38-38,5°C o provoca un malessere significativo, si può ricorrere a farmaci antipiretici come il paracetamolo o l’ibuprofene, sempre seguendo le indicazioni del medico o del foglietto illustrativo. Importante ricordare che gli antibiotici devono essere prescritti esclusivamente in presenza di infezioni batteriche confermate, altrimenti non contribuiscono alla guarigione e possono alimentare il problema della resistenza batterica.
Per le categorie più fragili, come neonati, anziani e pazienti con condizioni croniche, la soglia per rivolgersi al medico è più bassa. Monitorare con attenzione l’evolversi dei sintomi consente di agire tempestivamente. Per esempio, nei bambini piccoli anche un lieve aumento di temperatura può richiedere un controllo più accurato. Nel complesso, la febbre rappresenta un elemento di comunicazione biologica importante, che non va né ignorato né trattato superficialmente.
È una condizione che in diverse città italiane si osserva frequentemente, soprattutto nella stagione fredda, e che indica come il corpo sia costantemente impegnato a mantenere il proprio equilibrio di fronte a mille sfide esterne.