Cerchi un lavoro felice? Svelata la mappa del benessere 2025 in Italia: le regioni che danno più soddisfazione ai lavoratori

Cerchi un lavoro felice Svelata la mappa del benessere 2025 in Italia (1)

Luca Antonelli

Ottobre 12, 2025

Quali regioni italiane offrono il lavoro più appagante: montagne in testa e sud in ritardo.

La nuova rilevazione sul benessere professionale mostra che poco più della metà degli occupati in Italia si dichiara soddisfatta del proprio impiego. La media nazionale, ferma attorno al 51%, mette in evidenza un quadro variegato, con differenze nette tra aree del nord e regioni meridionali. Nei territori alpini e in alcune zone del centro la percezione del lavoro appare decisamente più positiva, mentre il mezzogiorno resta indietro con percentuali più basse.

Nord e regioni alpine ai vertici della classifica

Nella parte alta della graduatoria si colloca la Valle d’Aosta, con oltre il 61% di occupati che si dichiarano felici del proprio lavoro. Poco sotto si trovano la Provincia di Trento e la Provincia di Bolzano, entrambe con valori che superano il 60%. In questi territori l’ambiente naturale, le comunità coese e un tessuto economico legato alle peculiarità locali sembrano favorire un equilibrio migliore tra vita privata e attività professionale.

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Servono posti di lavoro di qualità, stabili e in grado di offrire condizioni dignitose. – www.pollnet.it

Alle spalle delle province alpine si distinguono l’Umbria, il Piemonte e le Marche, che si attestano tutte oltre il 55%. Anche la Sardegna e la Toscana presentano dati superiori alla media nazionale, mentre regioni come Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia oscillano attorno al 53-54%. Nonostante la pressione dei grandi centri urbani e produttivi, anche qui più di un lavoratore su due si dice soddisfatto.

Questi numeri mostrano come il benessere non sia legato soltanto alla dimensione economica o alla presenza di grandi industrie. Pesano anche la qualità dei servizi, i rapporti umani nei luoghi di lavoro e la possibilità di conciliare orari e vita personale.

Le difficoltà del sud e le aree con più insoddisfazione

All’estremo opposto della classifica si collocano le regioni del mezzogiorno. La Campania registra il dato più basso, con poco più del 41% di occupati soddisfatti. Appena sopra compaiono Basilicata e Calabria, entrambe sotto il 45%. Anche la Sicilia si mantiene su valori ridotti, intorno al 45%, mentre la Puglia si ferma al 48%.

Tra le regioni settentrionali, sorprende il dato della Liguria, che si colloca anch’essa sotto il 50%. Più equilibrate, ma ancora vicine alla media, risultano Abruzzo, Molise e Lazio, tutte comprese tra il 49 e il 52%. Il Veneto si ferma poco sopra il 52%, lontano dai vertici raggiunti da altre regioni settentrionali.

In queste aree pesano condizioni strutturali: tassi di disoccupazione più alti, contratti instabili, carenze infrastrutturali, stipendi bassi e una percezione diffusa di precarietà. Non a caso, dove il reddito medio è più basso e le opportunità di crescita limitate, la soddisfazione lavorativa cala in modo significativo.

Il quadro complessivo e gli squilibri territoriali

Su scala nazionale, emerge una frattura marcata: da un lato regioni montane e aree centrali dove la maggioranza degli occupati vive il lavoro in modo positivo, dall’altro un sud che continua a mostrare difficoltà strutturali e percezioni negative. La media italiana poco superiore al 51% riflette questa disomogeneità.

Il divario non si spiega soltanto con fattori economici. Nei territori con maggiore benessere lavorativo, gli occupati beneficiano di servizi più vicini, rapporti diretti nelle aziende, comunità meno frammentate e tempi di vita più umani. Nelle grandi città metropolitane, al contrario, incidono il traffico, i costi elevati, i ritmi intensi e il tempo sottratto alla vita privata.

Questa fotografia suggerisce che non basta creare posti di lavoro: servono posti di lavoro di qualità, stabili e in grado di offrire condizioni dignitose. Solo così si può colmare il divario tra regioni e restituire una percezione positiva del lavoro anche dove oggi prevale insoddisfazione.