Stop ai sequestri facili. La cassazione frena il fisco: Svelato il nuovo principio legale che protegge il tuo denaro contante

Stop ai sequestri facili. La cassazione frena il fisco Svelato il nuovo principio legale che protegge il tuo denaro contante (1)

Luca Antonelli

Ottobre 11, 2025

La Corte di Cassazione fissa i paletti: sequestro preventivo ammesso sui contanti solo con nesso diretto con il reato; riflessi su indagini e difese nei reati tributari e fallimentari.

L’uso del contante resta al centro del dibattito giudiziario. Con la sentenza n. 31274 del 18 settembre 2025 la Corte di Cassazione ha stabilito che il sequestro preventivo è possibile solo quando esistano prove concrete che colleghino direttamente le somme al reato contestato. Una decisione che segna un punto fermo per indagini, difese e tribunali, fissando nuovi paletti sul rapporto tra denaro e responsabilità penale.

La decisione della Cassazione

Roma, 18 settembre 2025. La Corte di Cassazione ha stabilito che il sequestro preventivo di denaro contante può avvenire solo se esistono prove concrete di un legame diretto con il reato. Non basta un sospetto, né un quadro indiziario generico: il denaro deve rappresentare il profitto o lo strumento della condotta contestata.

Stop ai sequestri facili. La cassazione frena il fisco Svelato il nuovo principio legale che protegge il tuo denaro contante (2)
Gli effetti della sentenza si faranno sentire nelle aule di tribunale. – www.pollnet.it

La decisione, che riguarda in particolare i reati di natura tributaria e fallimentare, ridisegna i confini dell’articolo 321 del codice di procedura penale e rafforza il principio di legalità. Significa che i magistrati, per congelare somme di denaro, dovranno dimostrare un nesso effettivo e non affidarsi a presunzioni vaghe o formule standardizzate.

Impatti su indagini e difese

Il provvedimento incide direttamente sulle indagini fiscali e sui procedimenti per bancarotta, dove finora i sequestri di liquidità venivano spesso disposti in modo automatico. La Cassazione ha chiarito che i contanti sono beni fungibili e possono essere vincolati solo quando coincidono con il profitto immediato del reato. In mancanza di questa condizione, non è possibile anticipare la confisca per equivalente, misura che richiede un accertamento successivo e puntuale. Per gli inquirenti questo comporta un onere probatorio più alto, con la necessità di documentare la provenienza e i movimenti delle somme. Per le difese, invece, si apre la possibilità di chiedere la revoca dei sequestri quando manchi un tracciato chiaro del denaro, distinguendo tra liquidità lecita e flussi sospetti.

Le conseguenze nei tribunali

Gli effetti della sentenza si faranno sentire nelle aule di tribunale: i giudici di merito saranno chiamati a controllare con maggiore rigore le richieste cautelari, evitando blocchi indiscriminati che possono colpire attività regolari o risparmi personali. Per chi opera nel campo della giustizia penale e tributaria si tratta di un cambio significativo, che limita i sequestri “a strascico” e impone di legare ogni vincolo a prove verificabili. Una svolta che, già, viene letta come un segnale di equilibrio tra esigenze investigative e tutela dei diritti.