Smog e apnea del sonno: una nuova minaccia per la salute respiratoria
Respirare aria inquinata non danneggia solo i polmoni: può anche peggiorare la qualità del sonno. È quanto emerge da una ricerca presentata al congresso annuale dell’European Respiratory Society (ERS), che ha analizzato per la prima volta il legame diretto tra inquinamento atmosferico e apnea ostruttiva del sonno.
I risultati della ricerca
Lo studio, condotto su oltre 20.000 adulti in 12 Paesi europei, dimostra che l’esposizione prolungata a polveri sottili e ossidi di azoto (NO₂) aumenta del 30% la probabilità di sviluppare o aggravare episodi di apnea notturna. “Le particelle inquinanti infiammano le vie respiratorie superiori e riducono la capacità dei tessuti di restare aperti durante il sonno”, spiega Anna Berger, pneumologa dell’Università di Vienna e coordinatrice dello studio.
Un rischio sottovalutato
L’apnea del sonno è una patologia che causa pause respiratorie ripetute durante la notte, con conseguente ossigenazione insufficiente e stress cardiovascolare. In Italia si stima che ne soffra oltre il 10% della popolazione adulta, spesso senza diagnosi. “L’inquinamento urbano aggiunge un carico ulteriore su un disturbo già pericoloso”, commenta il dottor Luca Rinaldi, otorinolaringoiatra del Policlinico di Milano.
Conseguenze cardiache e cognitive
La ricerca ha anche evidenziato che chi vive in zone ad alto tasso di inquinamento ha un rischio doppio di sviluppare ipertensione e disturbi della concentrazione. “Durante la notte, il corpo non riesce a rigenerarsi – spiega Berger – e il cuore lavora costantemente in affaticamento”.
Come proteggersi
Gli esperti consigliano di evitare l’apertura delle finestre nelle ore di punta, utilizzare purificatori d’aria con filtri HEPA e monitorare la qualità dell’aria tramite le app ARPA o IQAir. Le autorità sanitarie invitano inoltre a considerare la qualità dell’aria come parte integrante della prevenzione medica.
