Allergie autunnali in aumento: colpa del caldo anomalo e dei pollini tardivi

Allergie autunnali

Unsplash @Brittany Colette

Redazione

Ottobre 10, 2025

Gli esperti avvertono: l’ottobrata prolunga la stagione dei pollini e aumenta i casi di riniti e congiuntiviti in città

L’autunno 2025 non dà tregua agli allergici. L’ottobrata che sta interessando gran parte d’Italia, con temperature fino a 8 gradi sopra la media stagionale, ha prolungato la presenza di pollini e spore nell’aria, causando un inatteso aumento dei disturbi respiratori. Secondo i dati diffusi da ARPA Lombardia e AIA – Associazione Italiana di Aerobiologia, i valori di concentrazione di pollini di ambrosia, parietaria e graminacee restano alti anche nella seconda settimana di ottobre, un’anomalia che gli esperti collegano direttamente al caldo persistente e alla mancanza di piogge.

I numeri dell’emergenza allergica

Rispetto alla media del decennio 2010-2020, le fioriture tardive sono aumentate del 35% e la durata della stagione pollinica si è allungata di oltre un mese. “Fino a pochi anni fa, a ottobre le concentrazioni di pollini erano prossime allo zero – spiega la professoressa Cecilia Marini, allergologa del Policlinico di Torino – oggi registriamo valori paragonabili a quelli di fine maggio”. Il risultato è un’ondata di riniti, congiuntiviti e crisi asmatiche che colpisce anche persone che non avevano mai manifestato sintomi in passato.

Le cause climatiche e ambientali

Il responsabile principale è l’anticiclone subtropicale che da settimane domina l’Europa meridionale, mantenendo aria calda e secca. “Le alte temperature favoriscono la liberazione di pollini e ne ritardano la deposizione – spiega Marini – mentre l’assenza di piogge impedisce la pulizia naturale dell’atmosfera”. A ciò si aggiunge l’aumento delle polveri sottili, che si combinano con gli allergeni e ne potenziano l’effetto infiammatorio sulle vie respiratorie.

Come difendersi

Gli allergologi raccomandano di monitorare quotidianamente i bollettini pollinici regionali pubblicati dalle ARPA, evitare di arieggiare le abitazioni nelle ore centrali del giorno e utilizzare filtri antipolline in auto. Tra i rimedi consigliati figurano lavaggi nasali con soluzioni saline, antistaminici di nuova generazione e, nei casi cronici, la terapia immunologica. “Ma la prevenzione ambientale resta il miglior farmaco”, ricordano gli esperti, invitando i Comuni a intensificare la manutenzione del verde urbano e il taglio delle erbe infestanti.

Uno scenario destinato a ripetersi

Gli studiosi dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC) prevedono che, a causa dei cambiamenti climatici, la stagione delle allergie potrebbe estendersi stabilmente da febbraio a novembre. “Non si tratta più di un’eccezione – afferma la climatologa Laura Ferrarima di una tendenza che modificherà profondamente la relazione tra salute e ambiente”.

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