Svolta Fiscale 2026: confermati i tagli del Governo. Scopri tutti i dettagli su chi potrà avere più soldi in tasca dal prossimo anno

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Luca Antonelli

Ottobre 8, 2025

Riduzione delle imposte confermata per il 2026: quali fasce di reddito trarranno beneficio, quali misure accompagnano i tagli.

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha confermato, con l’approvazione del nuovo Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) 2026-2028, una riforma fiscale che prevede una riduzione del carico tributario a partire dal 2026. Il documento, presentato il 2 ottobre 2025, delinea le linee guida per la legge di bilancio dell’anno prossimo. Le misure puntano soprattutto alla concentrazione degli sgravi su redditi da lavoro e famiglie, mediante la revisione delle aliquote IRPEF, il taglio strutturale del cuneo fiscale e l’introduzione di incentivi alla natalità e al welfare familiare.

Ecco come cambierà la pressione fiscale e chi potrebbe trarne vantaggio.

Riduzione fiscale, obiettivi e strumenti previsti

Il DPFP stabilisce che il governo intende intervenire sul sistema fiscale per alleggerire il carico sui cittadini. Il testo sostituisce l’ormai superata NADEF e rappresenta il riferimento per la prossima legge di bilancio. Uno dei pilastri del piano consiste nella riforma dell’IRPEF: si confermano le modifiche introdotte nel 2025 e si apre la strada a una semplificazione delle aliquote per la fascia media. In parallelo, il governo pone l’accento su un abbattimento strutturale del cuneo fiscale: ciò significa rendere permanenti gli sgravi che finora sono stati disposti in modo temporaneo.

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Le criticità emergono su come saranno bilanciati i conti pubblici. – www.pollnet.it

Per mettere in pratica questi interventi, lo Stato dovrà ridistribuire le risorse, tagliare alcune spese e riorientare priorità nei prossimi anni. L’effetto atteso è un aumento della liquidità netta in busta paga, in particolare per chi percepisce redditi medi e medio-bassi.

Il governo assegna grande rilievo al rafforzamento del sostegno al reddito familiare. Il DPFP prevede l’adozione di bonus per famiglie, misure per la natalità e incentivi al lavoro femminile. Si tratta di strumenti che dovrebbero accompagnare il calo della pressione fiscale per attenuare eventuali squilibri distributivi.

Alcuni aspetti pratici restano ancora da definire: l’entità della riduzione per ciascuna fascia IRPEF, i criteri per l’accesso ai nuovi bonus e il modo in cui lo Stato coprirà il minor gettito. Il documento è un quadro strategico, non la manovra in sé: il negoziato parlamentare e le simulazioni fiscali determineranno gli importi reali.

Beneficiari, effetti attesi e criticità

Le categorie più interessate dalle misure fiscali saranno i lavoratori dipendenti e autonomi con redditi medio-bassi, le famiglie con figli e le madri lavoratrici. In particolare, per i redditi del ceto medio si prevede una riduzione dell’aliquota effettiva rispetto alla situazione attuale.

I nuovi bonus per la natalità e per le famiglie saranno calibrati in funzione del reddito e del numero di figli. L’assegno familiare sarà rafforzato, con tassi di sgravio maggiori per i nuclei con redditi entro soglie più basse. Le misure intendono contrastare il calo demografico e promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Viene dato spazio anche alla flessibilità lavorativa, come lo smart working per i genitori, e incentivi per i servizi per l’infanzia. Queste politiche affiancano la riduzione fiscale per attenuare i vincoli reali all’ingresso nel lavoro.

Tra gli effetti attesi figura un aumento del potere d’acquisto: se il gettito fiscale cala, i cittadini avranno maggiore disponibilità di spesa netta. L’obiettivo è sostenere i consumi interni, fondamentali per mantenere la crescita del PIL.

Le criticità emergono su come saranno bilanciati i conti pubblici: la riduzione del gettito dovrà essere coperta con tagli o riallocazioni di spesa. Se il risparmio sarà troppo ridotto o inefficace, gli effetti saranno modesti. Ci sarà bisogno di simulazioni rigorose per evitare squilibri di bilancio e rischi per il debito pubblico.

Tempi ristretti e resistenze politiche potrebbero incidere sulla versione finale della legge di bilancio. Alcune misure, come i bonus per famiglie o la flessibilità, potrebbero subire modifiche. Il piano è ambizioso, ma realizzarlo richiede coerenza tecnica e margini di manovra.