Roma, 8 ottobre 2025 – In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, che si celebra il 10 ottobre, emergono dati allarmanti sulla diffusione dei disturbi neuropsichiatrici tra i minori in Italia e nel mondo. Un quadro che evidenzia la necessità di un intervento precoce e di una più efficace rete di cure, soprattutto in età evolutiva.
Un minore su cinque in Italia con disturbi neuropsichiatrici
A livello globale, un adolescente su sette (circa 166 milioni di persone tra i 10 e i 19 anni) è affetto da un disturbo mentale diagnosticato, con una prevalenza che colpisce 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze. Le condizioni più diffuse sono ansia e depressione, che rappresentano il 40% dei casi. In Italia, la situazione è altrettanto preoccupante: un minore su cinque, ossia circa due milioni di bambini e ragazzi, soffre di un disturbo neuropsichiatrico, con significative ripercussioni sulla salute mentale.
Tra il 2018 e il 2022, si è registrato un aumento del 20% nella prevalenza di ansia e depressione tra i giovani sotto i 20 anni, con una crescita particolarmente marcata tra le ragazze. L’Europa conta più di 11 milioni di minori con problemi di salute mentale, e un bambino o adolescente su tre non riesce ad accedere a cure adeguate.
Diagnosi precoce e continuità di cura: le raccomandazioni degli esperti
La Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) sottolinea l’importanza di intervenire precocemente, ben prima dei 14 anni. Secondo Elisa Fazzi, presidente della Sinpia e direttrice dell’Unità operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Brescia, «dobbiamo sfatare il falso mito che la prevenzione cominci a 14 anni. I segnali di allarme nei bambini includono disturbi del sonno, disregolazione emotiva, deficit di attenzione, difficoltà nelle relazioni sociali, ritardi nelle funzioni comunicative e disturbi alimentari».
Antonella Costantino, past president Sinpia e direttrice Uonpia della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, evidenzia che «la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo possono cambiare le traiettorie evolutive, attivando strategie mirate». Fondamentale è il lavoro di rete che coinvolge famiglie, scuole e servizi sociali, basato su un modello assistenziale integrato tra ospedale e territorio, garantendo la continuità delle cure anche in età adulta.
Crescita delle richieste di supporto e impatto sociale
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha registrato un incremento del 500% delle consulenze neuropsichiatriche in pronto soccorso negli ultimi dieci anni, passando da 237 nel 2013 a 1.415 nel 2023. In particolare, gli accessi per autolesionismo sono aumentati da 25 a 607 nello stesso periodo. Il professor Stefano Vicari, responsabile della neuropsichiatria infantile dell’ospedale, sottolinea che «i disturbi psichiatrici sono più frequenti in età evolutiva di malattie infettive e tumori, rappresentando la terza causa di accesso al pronto soccorso».
I segnali di disagio da monitorare includono cambiamenti repentini e prolungati nel rendimento scolastico, nel sonno, nelle abitudini alimentari, nel ritiro sociale, nell’umore e nei comportamenti autolesionistici. Il coinvolgimento attivo dei genitori e l’attenzione alla relazione con i figli sono elementi chiave per la prevenzione e il supporto.