Da rifiuti a tesori nascosti: i pacchi smarriti che nessuno reclama finiscono in vendite segrete (e il contenuto sorprende). Dove e come acquistarli (a prezzi irrisori)

Nulla o belle sorprese

Spopolano sempre di più le "Blind sale": cosa sono e perchè tutti ne sono attirati-pollnet.it

Franco Vallesi

Ottobre 6, 2025

Ogni anno milioni di pacchi non arrivano mai a destinazione. Una parte viene distrutta, altri finiscono in aste e vendite alla cieca: così i pacchi smarriti diventano un business sempre più diffuso.

Il commercio online ha raggiunto numeri giganteschi. Solo in Europa, ogni giorno, milioni di spedizioni attraversano strade, hub logistici e corrieri diretti alle case dei consumatori. Ma non tutti i pacchi arrivano a destinazione: errori di consegna, etichette illeggibili, destinatari irreperibili, spedizioni danneggiate o non ritirate finiscono per alimentare una categoria a sé, quella dei pacco smarriti o non reclamati. Un universo nascosto che, fino a pochi anni fa, aveva una sola via d’uscita: la distruzione. Oggi, invece, è diventato un fenomeno commerciale capace di attirare curiosi, influencer e appassionati del rischio.

La sorte dei pacchi smarriti

Quando un pacco non arriva a destinazione, scattano diverse procedure. Il corriere tenta più volte la consegna, poi lo spedizioniere prova a contattare il mittente. Se anche questo passaggio fallisce, e nessuno reclama l’oggetto, il pacco diventa ufficialmente “orfano”.

Che fine fanno
Che fine fanno i pacchi smarriti o non ritirati-pollnet.it

Un tempo il destino era quasi scontato: dopo un periodo di giacenza, le merci venivano distrutte per ragioni logistiche e di spazio. In alternativa, alcuni colli particolarmente ingombranti o di valore potevano finire all’asta, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove le unclaimed mail auctions hanno radici storiche. In Italia il fenomeno era meno conosciuto, ma il boom dell’e-commerce ha aperto nuove strade.

Le blind sale: comprare a scatola chiusa

Negli ultimi anni, le vendite di pacchi smarriti hanno preso una forma più accattivante: le blind sale, ovvero vendite alla cieca. Chi compra non sa cosa contiene il pacco e si affida al caso. È un modello che richiama il gioco d’azzardo e che vive della suspense dell’apertura.

I prezzi variano molto: in alcuni casi il costo è calcolato “a peso” (si parla di circa 2 euro per etto per pacchi generici, un po’ di più per quelli Amazon), in altri si acquistano mistery box già confezionate con un prezzo fisso. Dentro ci può essere di tutto: abbigliamento, elettronica, giocattoli, libri, accessori per la casa. La qualità non è garantita e spesso il contenuto ha poco valore. Ma l’esperienza è ciò che conta: il brivido dell’ignoto.

L’impatto dei social e la moda dell’unboxing

Il successo delle vendite alla cieca non si spiega soltanto con la curiosità umana. A trainare il fenomeno c’è la cultura social e, in particolare, il trend dell’unboxing. Su TikTok, YouTube e Instagram, migliaia di creator registrano video in cui aprono pacchi davanti alla telecamera, mostrando la sorpresa e commentando i contenuti.

Che il pacco contenga un gadget economico o un oggetto di valore, poco importa: la narrazione è il vero spettacolo. Il pubblico si diverte a condividere il momento, a immedesimarsi e a vivere virtualmente l’attesa. È questo meccanismo che ha trasformato i pacchi smarriti in una vera e propria attrazione.

Dal riciclo al business

Oltre al lato ludico, il fenomeno risponde a un’esigenza concreta: ridurre gli sprechi. Distruggere milioni di pacchi ogni anno comportava un costo economico ed ecologico notevole. Rimettere in circolo questi beni attraverso vendite e aste significa dare nuova vita a merci che altrimenti sarebbero finite al macero.

Alcune startup europee hanno strutturato questo modello in maniera sistematica, aprendo magazzini e store dedicati esclusivamente alle vendite di pacchi non reclamati. Persino grandi piattaforme di rivendita, come Vinted, hanno iniziato a proporre mistery box a pochi euro.

Il concetto si sta espandendo anche a nuove forme urbane: in alcune città, come Berlino, sono comparsi distributori automatici di pacchi smarriti. Si inserisce una cifra tra i 10 e i 50 euro e si riceve una scatola chiusa, solitamente proveniente da Amazon. Non si può scegliere, ma si può sperare in un affare.

L’incognita del valore

Non bisogna farsi troppe illusioni: il contenuto dei pacchi smarriti non è sempre sinonimo di grandi occasioni. La maggior parte dei colli contiene prodotti di scarso valore, resi indesiderati o oggetti danneggiati. Ma proprio questa incertezza alimenta l’attrattiva: un po’ come con i gratta e vinci, il piacere sta nell’attesa del risultato.

C’è chi racconta di aver trovato articoli tecnologici nuovi di zecca, chi invece solo vestiti usati o accessori di poco conto. Per molti, il divertimento è nel partecipare al gioco, non nel guadagno reale.

Dalle aste americane al futuro europeo

Negli Stati Uniti le aste di pacchi non reclamati hanno una tradizione consolidata e attirano collezionisti e curiosi da decenni. L’Europa si sta ora avvicinando a questo modello, complice il boom dell’e-commerce e il bisogno di nuove forme di intrattenimento e riciclo.

Il futuro potrebbe vedere una maggiore regolamentazione del settore, con piattaforme ufficiali dedicate alla vendita di pacchi smarriti. Per i consumatori, rappresenterà una via alternativa allo shopping classico, un mix tra gioco e acquisto consapevole.