Addio San Siro, progetto (quasi) approvato: quello che succederà al vecchio Meazza ti lascerà senza parole (e c’entra il nuovo stadio)

Addio San Siro

La città di Milano si prepara all'addio: San Siro vicino alla demolizione-pollnet.it

Franco Vallesi

Ottobre 6, 2025

Milano volta pagina: il leggendario Meazza lascia spazio al nuovo stadio, più moderno e sostenibile, che cambierà il volto del calcio cittadino.

Milano si prepara a dire addio al Giuseppe Meazza, simbolo del calcio italiano e mondiale. Le immagini degli anelli intrecciati, delle poltroncine rosse, verdi, arancioni e blu, dei corni rossi illuminati dal sole invernale e delle rampe monumentali resteranno scolpite nella memoria di milioni di tifosi. San Siro, il “Tempio del calcio”, vivrà soltanto nei ricordi e nelle fotografie, mentre al suo posto prenderà forma un nuovo impianto, progettato per unire funzionalità, sostenibilità e spettacolo.

Un cambiamento epocale che suscita emozioni contrastanti: la nostalgia per un luogo che ha fatto la storia e l’attesa per un’arena destinata a proiettare Inter e Milan nel futuro del calcio internazionale.

Il progetto del nuovo stadio: capienza, verde e innovazioni

Il nuovo stadio, la cui inaugurazione è prevista nel 2031, sarà pronto in tempo per ospitare gli Europei del 2032. Sorgerà su un’area di 281mila metri quadrati, acquistata dai due club per 197 milioni di euro. Più della metà di questa superficie, circa 140mila metri quadrati, sarà dedicata al verde, con un filare di alberi a schermare visivamente l’impianto e ridurne l’impatto sul quartiere.

Diversamente dal “mostro” di cemento alto 65 metri, la nuova struttura sarà più discreta, meno invasiva e meglio integrata con l’ambiente urbano. I posti a sedere saranno 71.500, un compromesso tra i fasti del passato (gli oltre 85mila spettatori degli anni ’90) e le esigenze contemporanee di sicurezza e comfort.

Progetto stadio
Il progetto del nuovo stadio-pollnet.it

Tutti i posti saranno coperti da una copertura fotovoltaica, capace di generare energia pulita per l’impianto. Sopra il campo resterà però un’apertura centrale, per garantire luce e circolazione naturale dell’aria. Le tribune saranno più verticali e vicine al campo, così da preservare quell’atmosfera intensa che ha reso celebre San Siro.

Un’attenzione particolare è stata dedicata all’acustica: lo stadio sarà progettato per contenere il rumore, una richiesta espressa dai residenti della zona, spesso disturbati dalle partite e dai concerti.

Dal dibattito pubblico al futuro: cosa resterà del vecchio San Siro

Il percorso che ha portato a questa svolta è stato lungo e complesso. Il dibattito pubblico avviato nel 2022 ha messo in evidenza non solo l’interesse dei club, ma anche le richieste della città. Alcuni elementi del vecchio Meazza saranno preservati: in particolare, la tribuna d’angolo Sud-Est, vincolata dalla Soprintendenza, che rimarrà come testimonianza materiale della storia.

Per i romantici del pallone resteranno soprattutto i ricordi: il “loggione” del terzo rosso, da cui si poteva scorgere la Madonnina in lontananza, i cori che riecheggiavano tra gli anelli e le notti europee che hanno reso San Siro uno stadio iconico.

Intorno al nuovo stadio sorgeranno musei, hotel, centri medici e negozi, distribuiti su 15mila metri quadrati. Saranno realizzati anche due grandi parcheggi, uno da 1.600 posti dedicato ai tifosi e un altro per i servizi commerciali. Lo spostamento dell’impianto comporterà anche la modifica del sottopassaggio di via Patroclo, fondamentale per gestire il flusso di auto.

Dal punto di vista architettonico, Inter e Milan hanno scelto di affidarsi allo studio di David Manica, già autore di impianti a Pechino, Las Vegas e San Francisco, in collaborazione con Foster+Partners. Gli stessi hanno firmato lo stadio di Lusail in Qatar e la riedizione del nuovo Wembley, due opere che hanno già fatto scuola nel mondo.

Un addio che è anche un nuovo inizio

Il nuovo San Siro non sarà soltanto uno stadio, ma un polo multifunzionale capace di generare ricavi costanti, grazie ai posti premium e alle attività collaterali. Per i club, significa più competitività economica; per i tifosi, un impianto moderno, sicuro e sostenibile.

Resta però il nodo emotivo. San Siro non era solo cemento e acciaio: era un luogo identitario, una cattedrale laica dove si sono vissute le emozioni più forti del calcio italiano. Dal triplete dell’Inter alle notti magiche del Milan europeo, ogni pietra racconta una storia.

Quando le ruspe abbatteranno i vecchi anelli, a restare sarà la memoria collettiva. E un nuovo stadio che, nelle intenzioni, dovrà essere all’altezza di quel nome che ha fatto la leggenda.