Turismo o sopravvivenza? Cinque Terre 2025, il bivio. La grande scelta tra tradizione e l’assalto dei visitatori

Turismo o sopravvivenza Cinque Terre 2025, il bivio. La grande scelta tra tradizione e l’assalto dei visitatori (2)

Luca Antonelli

Ottobre 4, 2025

Le Cinque Terre restano una delle mete più visitate d’Italia: borghi sospesi tra mare e monti, un patrimonio che cerca equilibrio tra turismo di massa e tutela del territorio.

Sulle coste della Liguria orientale, in provincia di La Spezia, si sviluppa il tratto conosciuto come Cinque Terre, inserito dal 1997 nella lista del Patrimonio Unesco. Un territorio che nel 2025 continua ad attrarre migliaia di viaggiatori al giorno, complici i suoi borghi arroccati, i vigneti terrazzati e le vedute che alternano mare e scogliera. La zona comprende cinque paesi: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Tutti uniti dal Parco nazionale e collegati da sentieri storici, oggi anche meta di camminatori e fotografi da ogni parte del mondo. Il flusso costante di turisti, già segnalato negli anni scorsi, ha reso necessarie misure di controllo per non compromettere l’equilibrio di un’area tanto fragile quanto preziosa.

I borghi tra storia, mare e paesaggi

Ogni borgo custodisce un’identità distinta. Monterosso, il più esteso, è noto per le spiagge sabbiose — rare in questa zona — e per il centro storico con la chiesa di San Giovanni Battista e la statua del Gigante che domina la costa. Vernazza viene spesso definita il più scenografico: il porticciolo naturale, la piazza sul mare e la chiesa di Santa Margherita di Antiochia lo rendono uno dei luoghi più fotografati d’Italia.

Turismo o sopravvivenza Cinque Terre 2025, il bivio. La grande scelta tra tradizione e l’assalto dei visitatori (2)
Il fascino delle Cinque Terre non si esaurisce nei borghi. – www.pollnet.it

Corniglia è il solo borgo non direttamente affacciato sul mare: si raggiunge attraverso la lunga scalinata della Lardarina e regala panorami sui vigneti terrazzati e sulle scogliere. Manarola colpisce per le case colorate che sembrano arrampicate sulla roccia e per la Via dell’Amore, riaperta a tratti dopo anni di chiusura. Infine Riomaggiore, con le case alte e strette e la marina raccolta, rimane un punto di partenza privilegiato per escursioni via mare o lungo i sentieri.

I borghi non sono solo cartoline: mantengono una forte tradizione agricola e gastronomica. Il vino Sciacchetrà, prodotto con uve locali, rappresenta un simbolo identitario, mentre le acciughe di Monterosso restano un prodotto tipico che si lega alla cultura marinara della zona. Questa unione di mare e terra rafforza il legame con la comunità locale, che continua a vivere e lavorare in un ambiente complesso ma ricco di storia.

Sentieri, mare e sfide di sostenibilità

Il fascino delle Cinque Terre non si esaurisce nei borghi. La rete di sentieri che collega i paesi è parte integrante dell’esperienza. Il Sentiero Azzurro, che unisce Monterosso a Riomaggiore, è uno dei percorsi più battuti: un tragitto che offre scorci spettacolari, anche se in alcuni tratti è soggetto a chiusure per lavori di sicurezza. Esistono poi cammini collinari meno affollati, che attraversano uliveti, boschi e mulattiere, regalando prospettive diverse su un paesaggio che muta a ogni curva.

Il mare è l’altro elemento essenziale: porticcioli, scogliere e piccole spiagge richiamano visitatori che alternano trekking e relax. Proprio la pressione turistica ha costretto le autorità locali a valutare forme di regolamentazione, come l’introduzione di limiti agli ingressi giornalieri nei periodi di maggiore affluenza. L’obiettivo è ridurre l’impatto su infrastrutture e ambiente, senza compromettere l’economia che ruota intorno al turismo.

Il 2025 porta con sé una sfida concreta: conciliare la crescita del flusso di visitatori con la necessità di preservare l’integrità del territorio. Si parla di rafforzare i trasporti pubblici per diminuire l’uso delle auto private e di incentivare pratiche sostenibili anche tra operatori e residenti. La tutela del paesaggio passa dalla manutenzione dei terrazzamenti agricoli, dal recupero delle aree abbandonate e dalla difesa delle coste dall’erosione. È un lavoro costante che vede coinvolti enti locali, associazioni e cittadini, chiamati a custodire un patrimonio che appartiene non solo alla Liguria, ma al mondo intero.